Voucher, Gnecchi assicura «È pronto il giro di vite»

Il decreto legislativo sarà operativo tra un mese. Multe da 400 a 2.400 euro «Tutto è legato all’obbligo di comunicazione 60 minuti prima dell’utilizzo»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La deputata del Pd Luisa Gnecchi è indignata. Ritiene il cartello sull’inesistente contratto-voucher esposto da un negozio dei Portici «un’offesa ai lavoratori, soprattutto quelli meno informati e che hanno bisogno di un impiego, anche precario. A loro voglio dire, innanzitutto, che i voucher garantiscono un misero 13% di contributi, nessuna tutela per la malattia e la maternità e non consentono di maturare ferie. I voucher sono stati pensati come un lavoro aggiuntivo, ma molti imprenditori ne hanno abusato. Ciò ha reso necessario un giro di vite, che sarà operativo entro 30 giorni a partire da oggi». Pesanti le sanzioni: da 400 a 2.400 euro di multa all’imprenditore per ogni lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione. Il nodo del decreto legislativo è, dunque, la tracciabilità. Non si potranno più tenere i voucher nel cassetto per usarli solo in caso di ispezioni inattese. Il Decreto legislativo correttivo del Jobs Act è finalmente pronto «e sarà operativo - assicura Luisa Gnecchi, capogruppo del Pd nella commissione lavoro - entro un mese».

Il cuore del decreto è l’articolo 1. Cosa prevede?

«I committenti (imprenditori non agricoli o professionisti ndr) che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio sono tenuti, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione, a comunicare alla sede territoriale dell’Istituto nazionale del lavoro, con sms o posta elettronica, i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore. Bisogna indicare anche il luogo e la durata della prestazione».

Niente più voucher da tirare fuori a piacimento quando arrivano gli ispettori. Giusto?

«Questa è una pratica diffusa, purtroppo. D’ora in poi gli imprenditori non potranno più portare indietro le lancette dell’orologio».

E per gli imprenditori agricoli?

«Dovranno comunicare il luogo e la durata della prestazione con un riferimento temporale non superiore a sette giorni».

Quanto pagherà chi sgarra?

«In caso di violazione degli obblighi è prevista una sanzione amministrativa da 400 a 2.400 euro per ogni lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione».

In questo momento i voucher, pensati per giovani e pensionati, vengono usati per tutti i lavoratori e in tutti i settori. Basterà la tracciabilità per invertire il fenomeno?

«Questo è un primo passo. Se basterà lo vedremo nel giro di qualche mese. Di sicuro ci sono stati parecchi abusi e a dirlo è il dossier Inps del maggio di quest’anno».

Cosa dice?

«Che sono 700 i grandi committenti che hanno usato più di 5 mila voucher e più di 50 prestatori: ognuno di essi ha speso in media 110 mila euro. Rappresentanto lo 0,15% dei committenti ma concentrano il 9% dei voucher. Un’enormità».

In quale settore non userebbe i voucher?

«Quello edile, per l’elevato rischio di infortuni».

Cosa si sente di dire ai datori di lavoro che abusano dei voucher?

«Chi cerca di risparmiare oggi sul costo del lavoro a danno dei lavoratori dimentica che domani sarà la collettività a doversi fare carico della retta della casa di riposo dei voucheristi. Non si può fare finta di niente».

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