Voucher, va a Bolzano il record del precariato

Serafini (Uil): «Nel primo trimestre emessi 737.746 buoni, bisogna cambiare» Massima diffusione nel commercio (16,2%) seguito da turismo e servizi


di Alan Conti


BOLZANO. Siamo la provincia italiana che più di tutte utilizza i voucher come metodo di pagamento. Nel primo trimestre del 2016 ne sono stati venduti 737.746: sesti per numero assoluto, ma primi se rapportati alla popolazione. Un numero preoccupante inserito in un contesto nazionale che sorprende. «In Italia siamo passati da 536mila voucher nel 2008 a 115 milioni del 2015» sottolinea il segretario provinciale della Uil Toni Serafini. «Un incremento legato alla riforma Fornero, che ne ha allargato l'applicabilità, e ai recenti ritocchi del governo Renzi che ha aumentato a 7.000 euro l'importo netto ricevibile da ogni singolo lavoratore, anche da più committenti».

Perchè, però, il voucher va utilizzato con parsimonia? «Perchè è uno strumento pensato per le collaborazioni strettamente occasionali. Rispetto a un contratto prevede il pagamento di contributi previdenziali al 13% anziché al 32,7%. Chi ne abusa rischia di ritrovarsi con una pensione irrisoria». La sensazione, inutile girarci intorno, è che i voucher vengano utilizzati anche per impieghi che di occasionale hanno poco. «Il primo settore che li utilizza è quello del commercio con il 16%, seguito da turismo e servizi, rispettivamente al 15% e 12%. Teniamo conto che i lavori più strettamente legati al lavoro occasionale, come giardinaggio o baby sitting, raggiungono tutti insieme il 14%. Evidente come qualcosa non funzioni». Ecco, dunque, le richieste della Uil per migliorare il quadro dei lavoratori. «Non chiediamo l’abolizione di questo strumento, ma di riportarlo alla sua funzione originaria. Prima di tutto ne va garantita la tracciabilità per individuare eventuali aziende che ne fanno un uso smodato. È necessario, inoltre, far emergere con decisione tutto il lavoro nero. Una misura davvero efficace sarebbe ridurne l’utilizzo solo ad alcuni settori: giardinaggio e pulizia, lavori domestici, manifestazioni culturali e sportive o l’agricoltura. Esistono, infatti, forme contrattuali con maggiori tutele come i contratti stagionali a tempo determinato. Va ridotto, infine, il tetto del compenso annuale per i lavoratori e il limite annuo anche per il committente».

Sulla statistica dell’Inps è intervenuto anche il deputato del Movimento Cinque Stelle Riccardo Fraccaro. «Solo rispetto all’anno scorso l’aumento è stato del 66%. In moltissimi casi i voucher hanno fornito un assist al lavoro nero e al caporalato. Senza contare che con questo sistema i lavoratori domani avranno una pensione da fame. La nostra proposta di introdurre il reddito di cittadinanza non è mai stata così urgente per non far rimanere nessuno indietro».

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