Zanzara tigre, patto tra Comune e Asl

Spagnolli: studiamo un piano, ma ormai l’estate è andata. Schönsberg (Pd) accusa: impreparati



BOLZANO. Zanzara tigre, per la prevenzione ci si rivede l’anno prossimo. La giunta comunale si è occupata ieri dell’allarme in città sulla presenza di questo insetto. Il Comune ha deciso di attivarsi organizzando una conferenza di servizi con Asl, Appa e amministratori condominiali. Per questa estate però il sindaco Luigi Spagnolli non offre speranze: «Il problema va risolto prevenendo, non intervenendo quando le zanzare sono già nate. Abbiamo iniziato a controllare come si muovono altri Comuni con il medesimo problema e la tendenza è di intervenire coinvolgendo i cittadini nella prevenzione. Sappiamo infatti che l’alleato migliore della zanzara tigre sono i ristagni di acqua». E le proteste che arrivano dai quartieri? Spagnolli promette un monitoraggio: «Vogliamo capire quanto sia effettivamente diffuso il problema in città». Anna Maria Bassot dell’Ufficio igiene e sanità pubblica ha spiegato al giornale di propendere per misure di disinfestazione meno invasive dell’uso di sostanze chimiche. È preferibile, secondo Anna Maria Bassot, provare con l’inserimento nelle acque stagnanti di bacilli innocui per l’uomo. Spagnolli conferma: «Sì, non sono più i tempi del passaggio degli spruzzatori di insetticida. Credo che saranno preferibili regole di prevenzione da insegnare ai cittadini. Mi ha colpito quanto detto dalla dottoressa Bassot, ovvero che è caduta la nostra convinzione che d’inverno a Bolzano le zanzare morissero a causa del freddo».

La zanzara tigre sta diventando il caso dell’estate, capace di provocare più problemi in Comune dei soliti argomenti politici. Interviene pesantemente anche Primo Schönsberg (Pd), con un attacco diretto all’amministrazione comunale: «Chiedere scusa sarebbe un atto dovuto, tanto quanto prepararsi per intervenire preventivamente nella prossima estate. A dire il vero, chi ha la responsabilità di governare una comunità dovrebbe soprattutto prevenire».

A scanso di equivoci, incalza Schönsberg, «basta entrare in internet per capire come la Aedes Albopictus stia dando problemi a molti sindaci, assessori e strutture sanitarie nelle altre regioni. Ci sarà anche chi tenta di alzare i toni, ma gli aloni rossastri sulla pelle di piccoli e grandi sono una diffusa realtà in molti quartieri della nostra città. Quindi per favore non banalizziamo la presenza della zanzara tigre a Don Bosco: non può essere imputata all'Ipes. Sento parlare di conferenze dei servizi e altre procedure indecifrabili a molti. Ma anche il più distratto coglie una certa difficoltà e impreparazione nelle risposte che giungono dalle istituzioni preposte».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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