A Vipiteno il sommelier mondiale 

Eros Teboni è stato insignito del titolo iridato dopo una serie di prove svolte nei giorni scorsi a Roma


di Fabio De Villa


VIPITENO. È stato incoronato “Miglior Sommelier al mondo - Wsa”. Stiamo parlando di Eros Teboni, 27 anni di Vipiteno, insignito del prestigioso premio nei giorni scorsi a Roma. Eros Teboni, che ha studiato enologia a Trento, ha già maturato molte esperienze come sommelier nella ristorazione. Oggi è primo sommelier a Feuerstein Nature Family Resort in val di Fleres, dopo lo Stroblhof Active Family Spa Resort, l’Elizabeth Arthotel e il Nidum Casual Luxury Hotel.

Come sei arrivato ad aggiudicarti questo premio?

«Sono una decina di anni che giro intorno a questo mondo, da cui sono sempre stato affascinato. La mia carriera – se così la si può definire – è iniziata quando ho finito il liceo scientifico, dopodiché sono passato ad enologia Trento, per poi conseguire il diploma di Sommelier ufficiale nazionale in Austria. Infine sono riuscito ad avere il mio primo diploma ufficiale internazionale e certificato presso la Court of Master Sommelier».

Cosa ci puoi dire di questo premio?

«È una soddisfazione davvero grande, la coronazione di un sogno. Tengo a sottolineare che questo premio, letteralmente tradotto in italiano come Miglior Sommelier del Mondo, è organizzato dalla Worldwide Sommelier Association, di cui fa parte la Fondazione Italiana Sommelier del Trentino Alto Adige. Spesso infatti si tende a fare confusione in questo mondo, in particolar modo per chi non è del settore».

Chi ha partecipato a questo evento?

«Ogni fondazione mondiale che faccia parte di questa Worldwide Sommelier Association poteva portare un certo numero di candidati che sono stati selezionati. Per l’Italia siamo stati scelti io ed una ragazza veneta, Alessandra Breda. C’erano prove scritte e di degustazione e, in base ai punti che ognuno accumulava, si andava avanti fino alla finale, dove siamo arrivati in tre, tra cui la ragazza veneta e un belga».

Come si è svolta la prova finale?

«La prova finale constava di una parte scritta di storia e geografia mondiale e internazionale, con poche domande però sul nostro Paese, nonostante quest’anno la finale si tenesse proprio a Roma. La parte pratica consisteva invece in una degustazione alla cieca, dove abbiamo assaggiato per la finale un vino bianco, un vino rosso e anche un distillato, in questo caso un cognac. Non sapendo cosa si riceveva, bisognava descrivere il tipo di vino, la provenienza e l’annata».

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