Barbiano, il no allo Sprar «costa» 20 migranti in più 

Aperto un «Cas» nell’edificio ex Enel: al paesino ne spetterebbero 5 ma ne ha 25  Il Comprensorio: «Siamo vicini alla meta: ospitiamo 175 dei 183 profughi previsti» 


di Massimiliano Bona


BRESSANONE. Puntare i piedi, alla fine, non paga mai. Ne sa qualcosa il Comune di Barbiano, paesino della val d’Isarco con 1.704 abitanti, a cui - numeri alla mano - sarebbero spettati più o meno cinque migranti. Il secco «no» del consiglio comunale allo Sprar - il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in cui i Comuni hanno un ruolo attivo - ha indotto la Provincia a trovare un immobile alternativo per realizzare un «Cas» (Centro di accoglienza straordinaria) dove da un mesetto sono stati accolti 25 profughi. Al posto dei 5 migranti previsti (una famiglia da sistemare in un alloggio) ne sono arrivati cinque volte tanto: 3 famiglie e 11 richiedenti singoli. L’unico vantaggio per il Comune è che della gestione del Centro si sta occupando la Croce Rossa.

VAL D’ISARCO VIRTUOSA. Numeri alla mano il Comprensorio della val d’Isarco ha fatto i compiti a casa. Erano previste 183 persone (tra Cas e Sprar) e, contando anche Barbiano, siamo a quota 175. «Uno degli obiettivi dell’equipe che lavora allo Sprar - spiega la dottoressa Sara Ciola, responsabile del progetto - è l'inserimento lavorativo dei richiedenti asilo, obiettivo che richiede l'acquisizione di conoscenze di base del funzionamento del mondo del lavoro, della nostra realtà produttiva e del reale contesto socio-economico. L’orientamento al lavoro richiede la redazione del curriculum vitae, l’analisi delle competenze ma è essenziale anche la condivisione del tutto con il beneficiario, a partire dagli obiettivi fissati».

OTTO MIGRANTI HANNO UN LAVORO RETRIBUITO. «Finora - spiega Sara Ciola della direzione dei Servizi sociali del Comprensorio val d’Isarco - abbiamo registrato fino a 8 inserimenti lavorativi retribuiti. Tra i settori professionali per i quali si sono registrati più contratti al primo posto troviamo industria, artigianato e comparto alberghiero».

NOVE MIGRANTI LAVORANO GRATIS. Nel febbraio scorso, inoltre, il Comprensorio Valle Isarco stipulò un protocollo d’intesa con il Commissariato del Governo e la Provincia di Bolzano per regolarizzare lo svolgimento di attività di volontariato da parte dei migranti. «L’obiettivo dell’intesa era quello di svolgere in forma volontaria e gratuita attività per il perseguimento di finalità di carattere sociale, civile e culturale, a diretto vantaggio delle comunità dove sono ospitati i migranti. In questo senso al momento svolgono lavoro di volontariato 9 persone nei Comuni di Villandro e Luson ma anche presso i Servizi Sociali della Comunità Comprensoriale Valle Isarco, al Centro di assistenza diurna di Bressanone e presso la struttura per persone in situazione di handicap Seeburg».

Tra i Comprensori limitrofi c’è chi - come la val Pusteria - è (decisamente) più indietro.

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