Bressanone

«Caserma non sicura»: no al raduno di ex militari 

L’iniziativa a Elvas. In ottobre era in programma una visita al complesso della «Ruazzi». La proprietà, l’Agenzia del Demanio, si è opposta visto «lo stato di manutenzione» non adeguato 



BRESSANONE. Non si potrà fare la visita all’ex Caserma Ruazzi a Elvas, nel Comune di Bressanone, e quindi non ci sarà il raduno 2022 di quanti avevano svolto il servizio di leva nella struttura dismessa da tempo e di proprietà del Demanio, raduno che invece negli ultimi due anni si è svolto grazie all’iniziativa promossa da un ex militare, Marco Bevilacqua. Non si farà, il raduno, per ragioni di sicurezza, che alla fine sembrano prevalere sulle spinte dei ricordi e sul richiamo a rivivere il passato.

Proprio Bevilacqua, anconetano, aveva chiesto alla direzione regionale del Trentino Alto Adige dell’Agenzia del Demanio l’autorizzazione a portare a Elvas gli ex commilitoni, già arrivati per le prime edizioni “da tutta Italia – scrive l’organizzatore - dalla Sicilia, dalla Campania e dalla Puglia per citare le località più distanti”.

No all’accesso. Incontro e visita erano in programma il 7 ottobre prossimo con ritrovo alle 9, ma dagli uffici di piazza Tribunale a Bolzano hanno risposto che “purtroppo, considerato lo stato di manutenzione generale in cui versa l’intero compendio”, non si ritiene “opportuno autorizzare l’accesso, in quanto ad oggi non sussistono le condizioni di sicurezza necessarie ad una corretta fruizione del complesso in autonomia”.

I luoghi e i ricordi. Bevilacqua c’è rimasto male. In una lettera inviata al nostro giornale, ricorda di aver “svolto il servizio militare ormai nel lontano 1977 nella 3^ Brigata Missili Aquileia di stanza con il 1° Gruppo Artiglieria Pesante Adige presso la Caserma G. Ruazzi di Elvas” e spiega che l’idea del raduno era nata e si era concretizzata in questi anni per consentire agli ex militari di rivivere esperienze e memorie di quei luoghi e di quelle amicizie.

“L’arrivo - prevedeva il programma - è previsto con le autovetture di proprietà per i congedati e loro accompagnatori, che scenderanno all’esterno della Caserma per poi recarsi a visitare a piedi il compendio, all’epoca in uso all’Esercito”.

Garanzie e responsabilità. Il dispiacere di fronte al no, per Bevilacqua, è anche cresciuto sottolineando che "nelle due edizioni precedenti, non avevamo avuto problemi di sorta nell’ingresso ed eravamo stati autorizzati dal Demanio. La visita era stata effettuata in totale sicurezza, avendo anche firmato una manleva di responsabilità nell’eventualità si fossero verificati infortuni all’interno, visto lo stato in cui si trova la struttura”.

Ancora, l’ex militare aveva rimarcato nella richiesta all’Agenzia del Demanio: “La durata dell’escursione non supererà un’ora ed avverrà in completa ed assoluta sicurezza transitando esclusivamente sulle aree asfaltate e facilmente accessibili”.

E ulteriori precisazioni e rassicurazioni riguardavano il rispetto di “tutte le misure anti Covid (misurazione temperatura corporea, mascherina, green pass, ecc.)”, l’indicazione dei partecipanti (“Vi verrà consegnato, prima dell’ingresso, un elenco dei partecipanti corredato dal numero di recapito telefonico”) e le finalità non commerciali: “Trattandosi di una gita sociale e di manifestazione di appartenenza allo spirito di corpo di chi ha svolto il proprio dovere per la patria, si evidenzia che l’iniziativa proposta è priva di scopo di lucro”.

«Una cosa assurda». Niente da fare. “Quest’anno, cambiando il Direttore (della direzione regionale dell’Agenzia del Demanio, ndr), è cambiata la risposta. E il nuovo Direttore, l’ingegner Boatto, non ci ha autorizzato, adducendo la pericolosità del luogo. Mi sembra una cosa assurda – conclude Marco Bevilacqua - Levare il piacere di poter rivedere quei luoghi frequentati oltre 45 anni fa in uniforme per servire la Patria in piena Guerra Fredda e per un motivo a mio avviso facilmente aggirabile dalla manleva”. F.D.D.













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