L’incidente

Chiusa, la testimonianza: «Il tetto della mia auto sfondato da un masso caduto sull’A22»

Lunedì 29 gennaio il crollo di mille metri cubi, il 19 gennaio la paura di Paola Meneghini: «La pietra ha distrutto il vetro panoramico della mia macchina ed è schizzata via». Venerdì il vallo ha trattenuto i massi caduti dallo stesso punto

A22 Si viaggia a una corsia tra Chiusa e Bolzano Nord 
LA FRANA Il distacco ha invaso la carreggiata


Fabio De Villa


VAL ISARCO. Nella notte tra giovedì e venerdì, una nuova frana ha interessato la carreggiata dell'A22 nel punto dove si era verificato un crollo di mille metri cubi di sassi il 29 gennaio, a sud di Chiusa. «È andata bene - ha detto Volkmar Mair, direttore dell'Ufficio geologia della Provincia - erano in corso i lavori di costruzione di un vallo e di brillamento dei massi pericolanti. Non ci sono stati grandi danni». Il traffico, venerdì 2 febbraio, viaggiava su due corsie con un'alternanza di carreggiata.

È il terzo episodio del genere in quel punto. Infatti, oltre alle due frane di questi giorni, alle 16 di venerdì 19 gennaio l'auto della brissinese Paola Meneghini è stata centrata da una pietra caduta sulla corsia nord dell'A22 poco della galleria e dell'area di servizio Isarco Est. Un urto violento che ha sfondato il tettuccio panoramico in vetro dell'auto. Il masso non ha rotto lo strato sottostante ed è rimbalzato via con i frammenti di vetro.

Paola Meneghini non poteva immaginare quello che sarebbe accaduto il 29 gennaio, quando la frana ha investito l'autostrada e un automobilista è finito con la sua Smart contro una roccia (è rimasto lievemente ferito) e poi giovedì. Per fortuna, le reti paramassi hanno evitato il peggio fermando gran parte dei sassi.

«Quando ho saputo quello che era accaduto lunedì sera, il mio pensiero è andato a quel che era successo a me - racconta Meneghini - La frana è caduta nel punto dove una pietra aveva colpito la mia auto e ho capito di essere stata fortunata. Ricordo ancora quegli attimi drammatici: non era ancora buio e non c'era molto traffico, mi trovavo in corsia di sorpasso per superare un'auto che procedeva piano. All'improvviso, un boato, quasi fosse un colpo di arma da fuoco ravvicinato, tanto che mio marito che mi sedeva accanto ha urlato dallo spavento».

«Immediatamente dopo quel tonfo - continua Meneghini - ho sentito il telo del tettuccio che vibrava per via del vento che penetrava nell'abitacolo e ho capito che era successo qualcosa. Ho accostato nella vicina area di servizio, subito dopo la galleria, e abbiamo capito cos'era successo. Ho controllato all'interno dell'abitacolo, ma della pietra nessuna traccia, così come i cocci di vetro che sono volati via nell'impatto. Ho pensato a un episodio isolato, una pietra che si stacca dalla roccia».

«Ho avvisato la mia assicurazione e siamo ripartiti verso casa a Bressanone. Ora - conclude il racconto Meneghini - sono in attesa della sostituzione del tettuccio. Avessi immaginato cosa sarebbe successo 10 giorni dopo, avrei informato forze dell'ordine e pompieri per far controllare quel costone roccioso».













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