Covid, il 2020 nero del turismo: persi metà ospiti e 65 milioni 

I bilanci in città. La Bressanone Turismo fa i conti con la pandemia: «Solo sei i mesi di attività lo scorso anno I pernottamenti sono scesi da 850 mila a 450 mila, il ritorno economico complessivo è crollato da 140 a 75 milioni»


Tiziana Campagnoli


Bressanone. La pandemia da Covid nel 2020 ha assestato un durissimo colpo anche al turismo di Bressanone e dintorni: con solo sei mesi operativi, le strutture ricettive hanno registrato un calo di circa il 55% dei pernottamenti, mentre il turismo giornaliero è calato del 50%. Numeri che confermano la gravità della situazione e che ora spingono i vertici della Bressanone Turismo “a lavorare con maggiore impegno per elaborare un piano strategico per il futuro”. Il direttore dell’azienda Werner Zanotti, nell’illustrare i riscontri critici del bilancio turistico dello scorso anno, invita comunque all’ottimismo, “nella speranza che il vaccino riuscirà con il tempo a vincere la pandemia”.

Crollo dei pernottamenti. “Partendo dai pernottamenti, va detto che nel corso del 2020 le strutture ricettive hanno lavorato solamente sei mesi e con un bilancio di quasi il 55% di perdite – spiega Zanotti – In gennaio e febbraio, prima dell’esplosione dell’emergenza sanitaria, l’andamento del settore è stato in linea con gli anni precedenti e, dopo il lockdown in primavera, da luglio a ottobre le presenze sono state discrete, anche se sono arrivati solo turisti dell’area europea”. La differenza rispetto alle stagioni precedenti l’hanno fatta in negativo, ovviamente, i mesi primaverili e la chiusura dell’anno, contrassegnati dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenti restrizioni: mesi (soprattutto il periodo pasquale e dicembre con le festività) tradizionalmente fondamentali per il turismo.

“Facendo un paragone con il 2019 – continua Zanotti - vediamo che nel 2020 i pernottamenti complessivi sono scesi da 850 mila a 450 mila. Basandoci sui dati Astat che calcolano una spesa di 130 euro per turista al giorno, il ritorno economico per il settore è passato da circa 110 milioni di euro a 60 milioni di euro. La perdita è stata di circa il 55%, pari appunto a 50 milioni di euro”.

Pochi eventi, pochi visitatori. Stesso discorso per il turismo giornaliero legato ad eventi e manifestazioni. “Bressanone e dintorni registrano circa 1,5 milioni di presenze ogni anno legate al turismo giornaliero – continua Zanotti – Calcolando che ogni turista generalmente spende dagli 8 ai 30 euro al giorno e facendo una media di 20 euro, otteniamo un introito medio complessivo sui 30 milioni di euro. Ebbene, nel 2020 si sono persi circa 15 milioni di euro. E, anche in questo caso, le maggiori presenze si sono registrate da luglio ad ottobre. Quindi, il totale delle perdite tra pernottamenti e presenze giornaliere è stato di circa il 50%, per un valore di circa 65 milioni di euro”.

Le prospettive. Ora bisogna guardare avanti. “Nonostante le gravi difficoltà, le chiusure, i numeri in calo, siamo comunque sempre andati avanti, cercando di guardare al futuro – sottolinea Zanotti – La destinazione Bressanone e dintorni ha prodotti di successo su cui puntare e poi stiamo implementando il nuovo marchio Brixen e le strategie che guardano al nuovo gruppo target liberal-intellettuale. Il 2020 è stato un anno difficile, ma ha comunque portato dei frutti, visto che abbiamo lavorato a vista, quindi cambiando i piani a secondo dell’evolversi della pandemia, con grandi perdite ma con prospettive che possono tornare a premiarci. Dobbiamo guardare al 2021 con speranza, anche se siamo ancora in piena emergenza.

Il vaccino vincerà il virus e ci permetterà di ripartire. E siamo anche certi – conclude Zanotti - che Bressanone e l’Alto Adige ne usciranno ancora più forti, perchè abbiamo un prodotto turistico unico, molto richiesto soprattutto dai mercati del resto d’Italia, di Austria, Germania e Svizzera. Chi fa turismo e lavora nel turismo deve essere positivo. Siamo consci della gravità del momento per tutti i settori, ma vogliamo e dobbiamo essere ottimisti”.

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