Il progetto

Bolzano: via al teleraffreddamento, lavori nel greto dell'Isarco

Lavori di Alperia e Waltherpark per alimentare gli impianti di condizionamento dei palazzi di via Alto Adige sfruttando il freddo del fiume con la tecnologia del “Free cooling”



BOLZANO. In queste settimane l'Isarco è sotto pressione. Da un lato si buca sotto ponte Loreto per concludere la ciclabile che lo bypasserà per congiungere quella del lungo fiume col centro e piazza Verdi; dall'altro si stanno intensificando i lavori sul suo argine sinistro. Tra scavi e ruspe.

La ragione? É in atto la predisposizione di un inedito sistema di approvvigionamento energetico. Non c'entra con l'idroelettrico. C'entra col "free cooling" ad acqua.Si sfrutta il freddo dell'acqua del fiume per garantire gli impianti di condizionamento capaci di funzionare col minor spreco possibile di energia e il massimo livello di contrasto all'inquinamento prodotto dalla co2. É l'ultima frontiera eco per strutture e quadranti urbani con grandi immobili ad alto tasso di densificazione abitativa. In pratica, il Waltherpark e, eventualmente, i palazzi e gli uffici che lo circondano lungo via Alto Adige, via Garibaldi e piazza Verdi.

La fonte energetica è il freddo dell'acqua, più che l'acqua stessa. La differenza tra la temperatura esterna ed interna ai corsi d'acqua. Infrastruttura sofisticata, dunque. E, guardando alla cantierizzazione in corso oltre piazza Verdi, lungo l'argine, ecco che, infatti, i coautori di questi lavori - che prevedono la messa a dimora di tubazioni importanti - sono Alperia, E.Plus e Waltherpark. Col progetto dello studio d'ingegneria Bergmeister di Varna.

É in atto un parziale sbancamento del terreno intorno al corso d'acqua e successivamente, la predisposizione degli impianti in grado di sfruttare il raffreddamento portato dalle acque e dunque attuare la tecnologia del "free cooling". L'ultima novità sul piano dell'energia eco.

«Chi vorrà potrà agganciarsi» dice a sua volta Heinz Peter Hager, di Signa Italia. Questo cantiere ci dice inoltre un paio di cose. Da un lato che il progetto intende muoversi coordinando le nuove tecnologie a disposizione non solo per l'avanzamento dei lavori del tunnel sotto via Alto Adige e per l'impiantistica strutturale; ma anche che l'intera operazione non sembra mostrare segni di stanchezza e che gli investimenti affluiscono anche per operazioni accessorie - ma non marginali - come l'attuazione delle infrastrutture energetiche con aziende locali. P.CA.













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