Ferrovie, maxi-bando da 20 posti per le valli 

Mancano operai e tecnici a Brennero, Vipiteno, Chiusa, Brunico e Bolzano Tschigg (Cisl): era ora, anche se in periferia si faticano spesso a trovare candidati


di Massimiliano Bona


BRESSANONE. Nel giro di tre anni quasi il 40 per cento del personale delle Ferrovie andrà in pensione e Rfi deve correre ai ripari per non trovarsi con la pianta organica sguarnita. Ecco allora la decisione di indire un maxi-bando per tecnici e operai soprattutto per le valli: Brennero, Vipiteno, Chiusa, Brunico e in parte Bolzano. Si tratta di venti «posti fissi», con contratto a tempo indeterminato, ma c’è il rischio, soprattutto nelle valli, che parte dei posti restino vacanti per lo scarso interesse del gruppo tedesco. Abbiamo fatto il punto della situazione con Christian Tschigg, segretario regionale Fit Cisl-Sgb.

Partiamo dal cuore della notizia: quali sono i profili più richiesti?

«Le Ferrovie cercano 20 fra operai e tecnici che si occupino specificatamente della manutenzione: rotaie, segnali, linee elettriche, ma anche sistemi di sicurezza per la circolazione dei treni».

Per quali sedi si cerca il personale?

«I posti di lavoro saranno sparsi soprattutto nelle valli: le sedi attuali sono Brennero, Vipiteno, Brunico, Chiusa e Bolzano».

C’è un limite di età?

«No, per la prima volta le assunzioni non sono limitate agli under 30. In precedenza i ferrovieri venivano assunti con un contratto di apprendistato, oggi invece le richieste di candidatura sono rivolte a tutti coloro che hanno un diploma tecnico di 3, 4 o 5 anni, con un contratto a tempo indeterminato. Naturalmente ci sono alcuni requisiti da rispettare quali la patente B e il patentino di bilinguismo, per poter accedere. Ma alla fine siamo soddisfatti. Abbiamo superato gli scogli più grossi che negli anni abbiamo indicato come fortemente limitativi per le assunzioni».

Un lavoro ben pagato che però rischia di non avere sufficiente appeal. Perché?

«Sicuramente è un lavoro impegnativo: notti, turni, anche qualche domenica e festivi. Ma lo stipendio è buono e la sicurezza del posto è garantita: la ferrovia non può che continuare ad esistere per trasportare persone e merci. Non dimentichiamoci che in Alto Adige la rete di binari è in espansione. Pensiamo al Bbt o alla variante di Riga. I mestieri che esistono in ferrovia sono davvero unici e stimolanti e non mancano le possibilità di carriera».

Quali sono i problemi più frequenti tra i ferrovieri e di questo ricambio generazionale non più procrastinabile?

«Ce ne sono diversi: lo sforzo fisico di chi fa manutenzione avendo un’età ragguardevole, la perdita del know-how che può solo essere trasmesso da un “anziano” ad un “giovane” e quindi la perdita del bagaglio di esperienza maturato negli anni e, non ultima, la necessità di affidare ai giovani tecnici il compito di operare su meccanismi che prevedono l’impiego di tecnologie ed elettronica molto avanzate».

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