Fino a 150 persone al lavoro in cantiere

Bressanone. Quando, nel 2017, l’architetto Matteo Scagnol vinse il concorso di progettazione, sintetizzò il suo progetto con una frase: «Fare molto con poco». Il suo team è riuscito ad evitare...



Bressanone. Quando, nel 2017, l’architetto Matteo Scagnol vinse il concorso di progettazione, sintetizzò il suo progetto con una frase: «Fare molto con poco». Il suo team è riuscito ad evitare elementi superflui, a migliorare il comfort, ad ampliare le stanze rendendole ignifughe e eliminando tutte le barriere architettoniche, così da renderle accessibili a tutti. L’Accademia Cusanus si basa su due concetti fondamentali: «È ricca di spazi – sottolinea Matteo Scagnol – e povera nei materiali utilizzati». Questa è solo apparentemente una contraddizione. «L’architettura classica esprime una sublime sensazione di esattezza e completezza».

A sessant’anni di distanza, non è stato semplice riportare ai suoi punti di forza la famosa e rivoluzionaria architettura del visionario Othmar Barth (1927-2010) e guidarla, attraverso il rinnovamento, verso una nuova era. L’Accademia è un esempio di funzionalismo, stile architettonico molto diffuso negli anni Sessanta. Come ha sottolineato Josef March, responsabile del progetto, l’edificio è prezioso dal punto di vista storico-artistico ed è quindi posto sotto la tutela delle Belle Arti. Obiettivo principale, nella pianificazione e nell’esecuzione dei lavori, è stato quindi quello di subordinare chiaramente gli interventi strutturali necessari all’architettura di Othmar Barth. I piani superiori dell’edificio sono stati resi più luminosi e le aree esterne sono state ridisegnate con spazi verdi, percorsi pedonali e per le auto ben distinti tra loro e parcheggi. I tre edifici circondano il cortile interno, funzionale e confortevole.

«La rinnovata Accademia Cusanus – sottolinea Andrea Nardi di CarronBau – è il risultato della collaborazione e dell’impegno di un grande team di persone motivate. Nei periodi di punta, c’erano anche 150 persone che lavoravano nel cantiere. Hanno fatto di tutto per realizzare insieme gli obiettivi di questo grande progetto». Sotto l’edificio di Barth sono state costruite una nuova scala e una sala interrata. Ciò significa che ora tutte le stanze dell’interrato e quelle dalla casa “Paul Norz” sono collegate internamente all’edificio principale. F.D.V.

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