Bressanone

Furti in serie al cimitero, residenti a muso duro 

Le segnalazioni e il dolore. Marina Multari (Connection) ha denunciato in rete un caso. La consigliera Bacher: «Episodi dolorosi che si ripetono da anni: ci vuole più sorveglianza»


Fausto Da Deppo


BRESSANONE. Una rosa portata via dalla tomba della madre e riconosciuta su una tomba vicina. È stato un gesto che ha fatto male e che è rimasto negli occhi, per la banalità della sua portata e l’intensità invece delle emozioni che ha coinvolto e ferito.

Marina Multari ha segnalato quel gesto nella pagina Facebook del gruppo “Sei di Bressanone”: la tomba su cui aveva portato la rosa è quella di sua madre, il fiore l’ha visto poco lontano, riconoscibile dal “fiocco particolare”, scrive. Multari, una dei responsabili e animatori del centro giovani Connection a Bressanone, si rivolge alla “persona che ha rubato la rosa” dicendole “che si deve vergognare”, augurandole di “sentirsi n colpa” e accenna alla dolorosa, appunto vergognosa, successione di piccoli furti in cimitero: “Non è la prima volta che fiori, statuine e oggetti particolari spariscono dalla tomba per finire su altre tombe”. Gesti che “provocano sofferenza” e che dimostrano “miseria e povertà d’animo”.

“Purtroppo sono gesti gravi che si ripetono da anni”, osserva Paula Bacher, consigliera che ha mantenuto la competenza sui cimiteri comunali ereditata dalla lunga esperienza in giunta. Sul cimitero in via Roma vigila una telecamera della rete comunale di videosorveglianza, e non basta.

“Mi occupo da 15 anni dei cimiteri in città e da 15 anni esiste il problema dei furti. Periodicamente spostiamo la telecamera – precisa Bacher – e per un po’ la situazione si normalizza, le segnalazioni si azzerano. Poi, evidentemente la gente capisce quale è l’area inquadrata dalla telecamera, quali sono invece quelle scoperte e i furti ricominciano nei settori non sotto controllo”.

Fanno male, non importa il valore economico o la grandezza delle cose sottratte. Nell’aprile 2019 la sorpresa fu invece felice, quando un uomo restituì il portafogli dimenticato da una donna su una stele: l’uomo raccolse il taccuino e cercò la proprietaria, la rintracciò per ridare denaro e documenti. Ma gli episodi spiacevoli, le violazioni che vanno a lacerare i ricordi non sono casi isolati, sono frequenti.

A dare una mano c’è anche un impianto di videosorveglianza al servizio della vicina caserma dei vigili del fuoco (anche se la sua inquadratura è necessariamente periferica rispetto al cimitero) e poi c’è la domanda che Bacher ha inoltrato per potenziare la rete degli “occhi elettronici”, ma intanto il problema c’è e si rinnova con altri esempi.

“L’area del cimitero è vasta – dice la consigliera – e le immagini degli attuali apparecchi difficilmente potrebbero smascherare in modo inequivocabile un ladro chi si aggira fra le tombe. Sarebbe difficile, nel caso, distinguere chi è e cosa precisamente sta facendo. Più telecamere rappresenterebbero un deterrente più efficace”.

 













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