Il compagno: «L’ho uccisa per gelosia» 

Rabih Badr, 34 anni, interrogato ieri in carcere, ha confessato l’omicidio di Marianne Obrist con la mazza da baseball


di Massimiliano Bona


BRESSANONE. Ha confessato, quattro mesi dopo l’omicidio. Lo ha fatto fornendo ai magistrati della Procura di Bolzano che si occupano delle indagini i dettagli, in primo luogo il movente, ossia la gelosia. E l’arma del delitto: una mazza da baseball. Stiamo parlando di Rabih Badr. Nel corso dell’ennesimo interrogatorio, nella serata di ieri, il 34 enne marocchino ha confessato di aver ucciso Marianne Obrist, particolareggiando i dettagli. Il 21 agosto scorso la donna, una altoatesina di 39 anni, era stata trovata uccisa nella sua casa di Bressanone. Rabih Badr era in stato di fermo dal giorno stesso dell’omicidio.

Il delitto era avvenuto in un complesso di case popolari nel quartiere di Millan, ai margini della cittadina altoatesina. Millan si trova ai piedi della Plose, la montagna di Bressanone, meta d'inverno di migliaia di sciatori.

A trovare il corpo ormai senza vita della donna, martoriato da quelle che in un primo tempo erano parse coltellate, erano stati gli uomini del 118, giunti sul posto dopo un'allarmante telefonata fatta dallo stesso Rabih Badr. Nella chiamata, il marocchino diceva che la donna si era sentita male, spiegando il fatto con una caduta.

Quando i soccorritori erano giunti sul posto, però, il quadro che si era presentato loro davanti era ben diverso: la donna giaceva nell'appartamento, riversa in una pozza di sangue. Immediatamente erano stati i chiamati i Carabinieri che, giunti sul posto, avevano interrogato l'uomo sui particolari della vicenda. Il marocchino da subito era caduto in numerose contraddizioni ed era stato perciò fermato.

Massacrata con una mazza da baseball, questa la drammatica realtà emersa in seguito: una raffica di colpi che aveva provocato una forte emorragia interna. Così era stata uccisa Marianne Obrist, originaria di Lazfons ma residente a Millan. A stabilirlo era stato l’esame autoptico, eseguito nei giorni immediatamente successivi al delitto. Una morte atroce quella di Marianne, sul cui corpo l’anatomopatologo Dario Raniero aveva rilevato una serie di contusioni: un colpo devastante l’aveva raggiunta ad una spalla, staccando il muscolo; un altro le aveva spappolato l’anulare. Vasti ematomi erano stati rilevati anche sulle gambe. Sul corpo tre ferite causate da altrettante coltellate, ma - secondo il perito nominato dal sostituto procuratore Andrea Sacchetti - non erano state queste a provocare l’emorragia fatale. Il corpo contundente usato per massacrare la donna era compatibile con la mazza da baseball, sequestrata nell’appartamento Ipes di via Wolkenstein 9, dove la donna viveva e dove è stata trovata morta nel tardo pomeriggio del 21 agosto. Ieri Badr ha confermato, confessando.













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