In fila all’ex Astra per gli scambi dei vestiti usati

Bressanone. “Sì al riutilizzo e no alle mode del momento”, in particolare in questo tempo di crisi per il Covid-19. Con questo motto è andata in scena sabato la seconda edizione di “Armadio Aperto”,...



Bressanone. “Sì al riutilizzo e no alle mode del momento”, in particolare in questo tempo di crisi per il Covid-19. Con questo motto è andata in scena sabato la seconda edizione di “Armadio Aperto”, svoltasi al Centro culturale Giovanile di via Roma con tutte le precauzioni anti contagio.

Nonostante il limite di 13 persone per volta nel foyer, per garantire la distanza minima tra persone, sono stati molti i brissinesi che hanno pazientemente fatto la fila davanti all’ex cinema Astra per cercare qualche scambio, portando i propri vestiti usati per sceglierne magari altri, tutto rigorosamente gratuito. Ad accoglierli le tre organizzatrici dell’associazione culturale Astra 2.0, alla fine soddisfatte nonostante le persone siano state un po’ meno della prima edizione.

“Anche questa nuova edizione è andata bene – racconta Evelyn Fink dell’associazione Astra 2.0 - Non c’era così tanta gente come la prima volta, ma eravamo veramente in ritardo nel pubblicare l’evento. Abbiamo infatti ricevuto la conferma di poter varare la nostra manifestazione solo martedì scorso, perché è stato necessario fare un sopralluogo all’interno del foyer per verificare la capienza e definire le misure di distanziamento sociale. Alla fine, potevano entrare contemporaneamente 13 persone perché avevamo a disposizione 130 metri quadrati di area espositiva, dove le persone potevano muoversi per cercare l’affare migliore”.

“Con questo progetto abbiamo voluto attirare l’attenzione sugli effetti del consumo eccessivo di abbigliamento alla moda - aggiunge Fink - e creare un’alternativa sostenibile. Molti di noi hanno armadi pieni di vestiti indossati poche volte. Abbiamo pensato ad Armadio Aperto così ognuno può mettere a disposizione capi inutilizzati e portarne fino a 10. Ogni persona interessata ha potuto scegliersi un angolo dove esporre il proprio guardaroba, tutto materiale selezionato e disinfettato in precedenza. E anche chi non portava nulla - conclude Evelyn Fink - poteva scegliersi il capo di abbigliamento preferito messo a disposizione da qualcuno, provarlo nel nostro camerino e portarlo via gratuitamente. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è che la moda può essere divertente, ma non a scapito dell’ambiente”. F.D.V.

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