«L’incasso del mio locale per aiutare Amatrice» 

Christian Gallonetto, del bar Villa Resi, ha donato 1.500 euro per la ricostruzione «Sono partito con la mia famiglia per consegnare i soldi e capire la situazione»


di Fabio De Villa


BRESSANONE. Ogni promessa è un debito. Così è nata nell’agosto del 2016 e si è poi concretizzata la bella storia di solidarietà che vede come protagonista Christian Gallonetto, esercente del bar Villa Resi lungo la statale del Brennero fra Bressanone e Varna. Una storia che ha voluto dare un aiuto alla popolazione di Amatrice colpita dal terremoto nell’agosto dell’anno scorso, una storia che fin da subito ha avuto il consenso e l’appoggio dimostrati da parte di tanti fra i suoi clienti, amici e parenti, unitisi per “arricchire” le donazioni e devolvere gli incassi, senza alcun tipo di margine, ad una associazione di volontariato di Amatrice.

“Situazioni simili di solidarietà ne abbiamo viste moltissime, reclamizzate su televisioni e giornali, ma quante di queste sono realmente andate a buon fine e hanno dato una mano a chi davvero ne aveva bisogno? - afferma il titolare del bar Villa Resi – Mi sono rimboccato le maniche e, trovato il tempo e messi assieme i soldi promessi, ho preso la mia famiglia e sono andato personalmente a consegnare il ricavato dell’iniziativa, 1.500 euro, direttamente nelle mani di un’associazione che lavora per i terremotati ad Amatrice”.

Si tratta di “Amatrice 2.0”, un’associazione che è nata ed è stata costituita da ragazzi del posto che hanno deciso di non arrendersi alle conseguenze del sisma del 24 agosto 2016 e lottare per la propria terra.

Come mai, signor Gallonetto, si è rivolto proprio a questo sodalizio fra tutti quelli esistenti?

“Tramite passaparola ho scoperto questo gruppo, il quale è stato messo in piedi per evitare che nel periodo che intercorre tra la prima emergenza e la ricostruzione la comunità si disgreghi non avendo né case né fonti di reddito”.

Cosa fa di preciso questa associazione per aiutare i terremotati?

“Prima di tutto offre sostentamento alle famiglie più indigenti e più in difficoltà, con sistemazioni provvisorie e sussidi, incentiva le attività commerciali alla riapertura in loco, crea centri ricreativi per anziani e giovani e dà aiuto a studenti universitari le cui famiglie hanno perso ogni forma di reddito”.

A quanto ammonta l’importo raccolto e donato?

“Nel giorno lavorativo a cui ho dedicato questa raccolta fondi, ho raccolto 1500 euro di incassi, compreso l’importo della giornata lavorativa della mia cameriera che ha lavorato gratis”.

Quando è stata messa in pratica l’iniziativa?

“Domenica 4 settembre dell’anno scorso. Dalle 6 del mattino fino a mezzanotte, tutti gli incassi delle consumazioni di cibi e bevande sono stati messe da parte, senza togliere il mio margine di guadagno. Il tutto è stato messo in un’apposita cassa da consegnare all’associazione che si prende cura di quelle persone in difficoltà. Ma, ci tengo a sottolinearlo, ho sempre promesso a tutti che sarei andato io di persona a consegnare questo incasso, così da scongiurare ogni rischio che i soldi potessero andare a finire in tasche sbagliate. E infine siamo partiti per questo viaggio della solidarietà”.

Come mai ha portato con sé anche la famiglia?

“Era giusto che condividessimo questo momento assieme, era giusto cercare di capire una situazione drammatica in cui purtroppo chiunque di noi potrebbe trovarsi. È per questo che è fondamentale essere solidali verso chi ne ha più bisogno”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità