Musica live gratis  in centro: perplessi anche gli albergatori 

Girardi (Tallero): «Gli artisti bravi vanno pagati, sempre» La proposta: «Servirebbe la regia dell’Apt per i diritti Siae»


di Luca Masiello


BRESSANONE. «Se si vuole un lavoro fatto bene bisogna pagare, e questa regola vale anche nei confronti degli artisti. Ma se si volesse davvero animare il centro cittadino con la musica dal vivo bisognerebbe rivedere le regole della Siae, che non permettono agli esercenti di organizzare nulla senza dover sborsare fior di quattrini, e quelle del Comune che portano a perdersi nei labirinti della burocrazia. Perché non mettere tutto in mano all’Associazione turistica? Si potrebbe pagare un fisso all’anno ed avere la libertà di animare la città con tanti eventi». La proposta parte da Alex Girardi, titolare dell’hotel Tallero di via Mercato Vecchio e dell’omonimo bar all’indomani delle polemiche nate dalla volontà di City Marketing di organizzare per la serata del 21 giugno una serie di concerti in ogni angolo di Bressanone. Un evento che non prevederebbe alcun compenso per gli artisti e che ha sollevato non poche critiche attraverso le colonne dell’Alto Adige e dei social network.

Signor Girardi, cosa pensa dell’iniziativa?

«Dal punto di vista dell’imprenditore non sarei tenuto a remare contro: cosa c’è di meglio di una band che suona gratis davanti al mio locale attirando clientela per le mie casse? Ma non la penso assolutamente così, anzi. I musicisti sono dei lavoratori, persone preparate che si impegnano a mettere in pratica quello per cui si sono impegnati, ed è quindi giusto che vengano retribuiti. Certo, si potrebbero coinvolgere quelli che non hanno mai la possibilità di esibirsi, ma credo che ne uscirebbe un concerto di “dilettanti allo sbaraglio”, che genererebbero un’unica cacofonia lungo tutte le vie del centro. E, parlando dal punto di vista imprenditoriale, non è certo un vantaggio neanche per gli esercenti».

A parte qualche rara occasione quali le «Sommeremotionen» la musica dal vivo non è una prerogativa di Bressanone: come mai?

«Sono nato e cresciuto in questo bar, che prima era dei miei genitori, ed ho capito che il problema è sempre lo stesso da sempre: organizzare un concerto è difficile sia dal punto di vista burocratico che economico. E non sono certo i musicisti che costano, il problema sono le tasse ed i permessi che si devono chiedere alla Siae ed al Comune».

E come si potrebbe risolvere la situazione?

«Esistono già delle facilitazioni, come appunto durante le Sommeremotionen: chi partecipa all’evento può avvalersi dell’aiuto degli organizzatori per il disbrigo delle pratiche. Si potrebbe fondare un consorzio, o un’associazione in seno al City marketing e fare in modo che gli esercenti possano contare su di loro per l’organizzazione dei concerti. Gli associati potrebbero pagare una quota fissa annuale, una sorta di pacchetto più economicamente vantaggioso ed avere quindi la libertà di organizzare eventi anche durante l’intero arco dell’anno senza dover ogni volta rivolgersi all’ufficio della Siae o al Comune. Sono certo che una soluzione del genere gioverebbe a tutta la città, gli esercenti sarebbero invogliati ad invitare gli artisti nei propri locali e il centro riprenderebbe vita senza dover ricorrere a stratagemmi quali invitare i musicisti gratis».

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