MIGRANTI

Caramaschi, condivisibile o no il decreto sicurezza va applicato

Il primo cittadino di Bolzano: «Come ufficiali di governo i sindaci non possono sottrarsi ad applicare una legge dello Stato»



BOLZANO. Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, evidenzia come il decreto sicurezza promulgato dal Capo dello Stato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sia «a tutti gli effetti, legge dello Stato e come tale vada applicato dai sindaci, non nella loro veste di responsabili dell'amministrazione comunale, ma come ufficiali di governo, dovere al quale gli stessi sindaci, non possono sottrarsi».

«Altro è il giudizio politico condivisibile o meno, così come ad altri toccherà eventualmente sollevare la questione di incostituzionalità del decreto che dovrà essere vagliata dalla Suprema Corte». Non spetta dunque ai sindaci valutare le singole norme, bensì farle rispettare a prescindere dalla loro condivisione, a meno che, aggiunge Caramaschi «non si voglia scardinare lo stato di diritto della Repubblica Italiana».

Nel merito dell'accoglienza ai migranti il Sindaco di Bolzano ricorda come per altro si fosse già a suo tempo attivato sulla questione, con lettera indirizzata al Prefetto. Per quanto riguarda il «Servizio Emergenza Freddo» al fine di garantire il riparo notturno alle persone senza fissa dimora che trascorrono le notti dormendo all'aperto in città, ad oggi il Comune di Bolzano mette a disposizione 100 posti letto. Di qui la richiesta di un intervento del Commissario del Governo affinché i richiedenti asilo attualmente accolti nei centri per l'emergenza freddo vengano trasferiti nei centri di accoglienza di competenza. «Ciò consentirebbe al Comune di Bolzano di poter garantire alla maggior parte delle persone senza fissa dimora presenti sul territorio cittadino, un riparo notturno durante i mesi invernali», afferma Caramaschi che conclude affermando di voler «attendere con una certa curiosità, gli atti concreti paventati da alcuni sindaci che hanno dichiarato di voler invitare i responsabili degli uffici anagrafe a non procedere con l'applicazione del decreto».













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