La storia

Il carrozziere Santo Milan: «Quasi 60 anni in carrozzeria, ho visto le auto trasformarsi»

Santo Milan fondò l’attività insieme al fratello nel 1966. Adesso va in pensione dopo 58 anni di lavoro: «Da qui sono passate generazioni di macchine». Dalle origini in via Maso della Pieve alla Zona. La mitica Topolino del 1939, un autentico gioiellino rimesso a nuovo


Maddalena Ansaloni


Bolzano. Santo Milan, 75 anni, apre la porta scorrevole della carrozzeria con le mani sporche di stucco. È alle prese con il rivestimento di una auto, in quello che sembra un normale pomeriggio di lavoro. Ma da domani (sabato per chi legge) lascerà ufficialmente l'attività che porta il suo cognome, andando in pensione dopo averla guidata per 58 anni. «Era il 16 aprile 1966, lo ricordo ancora», racconta, «Io avevo 16 anni, mio fratello otto più di me. Facevamo già i carrozzieri, ma volevamo aprire un'attività nostra. Abbiamo trovato una vecchia stalla in via San Giacomo, ora Maso della Pieve, l'abbiamo sistemata e da lì è cominciata l'avventura. Non avevamo molto: una pistola per verniciare, un compressore, un grippo, quattro martelli... Insomma, quello che si poteva fare al tempo. Poi abbiamo iniziato ad aggiungere alcune baracche all'esterno, abbiamo preso in affitto il garage di una vicina e il negozio da 30 metri quadrati è passato a 200 metri in poco tempo. L'attività andava bene e siamo cresciuti in fretta. Dall'1 ottobre del 1987 ci siamo trasferiti in zona industriale a Bolzano».

L'evoluzione del mestiere

In sei decenni hanno visto passare generazioni di automobili: dalla mitica 850, alla Fiat 127, l'Alfetta, passando per le prime Golf. Ma il modello più vecchio su cui Milan ha messo le mani è una Topolino del 1939. «Due anni fa l'abbiamo ristrutturata completamente», racconta mostrando la fotografia, «Ho visto praticamente tutte le auto degli ultimi tempi, molte sono diventate d'epoca con il passare degli anni». Tra le foto ricordo di questa vita in officina, ce n'è una che immortala una 600 azzurra con un bambino davanti. «È mio figlio insieme alla vecchia 600», spiega, «Classe '56, l'abbiamo restaurata e tenuta per diversi anni. Adesso l'ho venduta a mio nipote». Oltre all'evoluzione delle auto, Milan ha assistito all'evoluzione del mestiere. In particolare del verniciatore: sua specialità dagli inizi. «Ho iniziato con le vernici e con gli stucchi alla Nitro, a quei tempi non c'erano nemmeno i forni. Poi sono arrivate le vernici nuove. Sono cambiati anche i procedimenti: una volta si lavorava con prodotti all'acqua, adesso a secco, ci sono attrezzature con gli aspiratori. Ai tempi in cui ho iniziato non c'erano nemmeno le mascherine... Però per ora sto bene», sorride.

La pensione

Dopo aver continuato a dare una mano nella carrozzeria con la nuova gestione per due anni, Milan ha deciso di dare le dimissioni da quello che per quasi 60 anni è stato il suo negozio. «Ormai ho i miei anni ed è giusto cominciare una nuova fase», spiega. La carrozzeria Milan esce dalla famiglia: «I miei figli hanno preso altre strade. Uno lavora in banca e l'altro fa l'accompagnatore turistico». Da due anni le redini sono passate nelle mani di Rezart Alla, con cui Milan racconta: «Ci sono buoni rapporti». Cosa farà adesso? «Girerò per l'Alto Adige. Però la macchina la lascio da parte: ho già fatto l'Abo», sorride, «Adesso tocca camminare».













Altre notizie

Attualità