L'ANALISI

Il fortino dell'Svp in mezzo all'uragano

Elezioni provinciali 2018. L'analisi del direttore Alberto Faustini

IL VIDEO: "Non c'è un Alto Adige, ce ne sono due"



L’uragano ha i volti di Köllensperger e di Salvini. Quello uscito dalle urne sembra un fortino. Con la Svp asserragliata, per non dire assediata dal vento del cambiamento. L’autosufficienza e l’originalità, per il partito di raccolta, sono ricordi lontani. E un ricordo sono anche i 17 consiglieri, che con una semplice stampella italiana hanno garantito anche negli ultimi anni una maggioranza stabile. Sgretolati gli equilibri che hanno retto per decenni: l’alleanza tra Svp e centrosinistra - che in edizioni e sfumature diverse è al governo da sempre - ha finito la benzina. Il ciclone che s’è alzato ieri ha fatto tremare tutti. Nel mondo italiano (ma non solo), con una Lega col vento in poppa. E nel mondo tedesco (ma non solo), con un Team Köllensperger travolgente. La prima, trascinata da un Salvini che ha scommesso tantissimo su questa terra, ha praticamente mangiato in un sol boccone il centrodestra e travolto gli altri partiti italiani. Il secondo - vera grande sorpresa del voto di ieri - ha pescato voti in modo a dir poco trasversale: dal Movimento5stelle (del quale era consigliere provinciale fino a poco tempo fa) alla destra tedesca, passando per ambientalisti e frammenti italiani. La Svp batte in testa, con un calo di voti consistente, calo che “colpisce” anche il Landeshauptmann: Kompatscher resta il re delle preferenze, ma ha perso per strada molti (troppi?) voti ed è facile immaginare che già oggi qualcuno cercherà di processarlo. A dare le carte e a decidere chi si siederà al tavolo della giunta sarà comunque lui. Due le soluzioni possibili: imbarcare la super Lega - come chiede a gran voce la maggioranza degli elettori italiani e come mezza Svp auspica, per costruire un solido ponte con Roma - o lavorare a una maggioranza di fantasia: con il fedele (anche troppo) Pd e altri alleati fino a ieri invisi, come i Verdi e Köllensperger? Scelta non scontata. Che in parte dipende anche da ciò che oggi uscirà dalle urne trentine. Se la Lega esploderà anche sotto Salorno, come si immagina, non sarà facile ad esempio ignorare la necessità d’avere una maggioranza stabile anche in regione e un dialogo con il probabile presidente trentino Fugatti. La rivoluzione è già cominciata. Con vincitori chiari e sconfitti palesi.













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