Colletta alimentare

Il grande cuore dei bolzanini: donate tonnellate di alimenti

Sabato oltre 500 volontari nei supermercati di tutta la provincia. Raccolti pasta, olio, scatolame e altri prodotti non deperibili da destinare alle famiglie in difficoltà economica. Il direttore Vultaggio: «In tempi di crisi non mi aspettavo una risposta così entusiasta»


Maddalena Ansaloni


BOLZANO. Il direttore del Banco alimentare Giovanni Vultaggio fino a venerdì temeva alla vista del magazzino semi vuoto. Negli ultimi tre anni di rincari costanti le richieste d'aiuto hanno continuato ad aumentare sempre di più, e la preoccupazione era che i donatori seguissero la tendenza, diminuendo a loro volta. «Oggi (sabato per chi legge, ndr) Bolzano ha dimostrato che la generosità va oltre, e noi davvero non ci aspettavamo una risposta di questo tipo», spiega Vultaggio. Sono migliaia infatti i pacchi che hanno riempito il magazzino fino a tarda notte.

Contengono prodotti a lunga conservazione, che in Alto Adige potranno sfamare mensilmente circa 8 mila persone. Tra i primi a donare il presidente Arno Kompatscher, che alle 8 e 30 di mattina ha fatto la spesa al Poli di via Resia accompagnato dai volontari della Croce rossa. A raccoglierli più di cinquecento volontari, dai tredici anni all'età della pensione, schierati davanti a cento supermercati di tutta la provincia.

Sono i nonni vigili, i membri della Croce Bianca e della Croce Rossa, gli scout, gli alpini, i bersaglieri in congedo, gli studenti e i ragazzi dei centri giovanili, i volontari di associazioni caritative come la San Vincenzo italiana. In mano i volantini. "Divise" a forma di sacchetti, ormai simbolo della colletta alimentare, che riportano il motto dell'iniziativa: «Facciamo un gesto insieme».

I volontari

Davanti all'Interspar di via Resia Pauli sta chiudendo con lo scotch il quarantesimo cartone. Dietro di lui un muro di scatole già sigillate con le sigle: pasta, riso, pelati, prodotti per l'infanzia, tonno, olio e varie. Ella e Valentina stanno in piedi davanti all'entrata, offrono a chi passa i sacchetti da riempire, sorridenti e fiere nelle loro divise arancioni. Pierpaolo Fanelli consegna la sua spesa solidale: «Ho preso olio, tonno, scatolame vario, qualche omogenizzato per i bimbi». Un donatore "incallito": «Quando so che raccolgono cerco sempre di fare la mia parte. Ho conosciuto il progetto dalla televisione e grazie agli articoli di giornale. È molto bello, i ragazzi sono bravi ed è importante sostenerli», dice sorridendo mentre si allontana con il resto della spesa. Fanelli è solo uno dei tanti che ieri hanno partecipato alla colletta. E i ragazzi del centro di cultura giovanile Papperlapapp sono tra le centinaia di volontari. A passa mano caricano le scatole sul furgone del Banco alimentare, aiutati dall'autista Giuseppe Eller, 76 anni.

Ex camionista, con la pensione ha deciso di dedicarsi al prossimo. «Arrivo con le scatole vuote e carico quelle piene, da portare al centro di raccolta in Fercam», spiega. «Avanti e indietro per tutta la giornata. Più giri faccio più so che sta andando bene». Via Druso è territorio del Galilei: davanti al Md i ragazzi di terza e di quarta che frequentano le ITI hanno iniziato da un'oretta la loro fascia di turno. Gioanna, Riccardo, Gabriele, Jimmy, Salaheddin e Gabriel a scuola hanno dato la loro disponibilità per esserci oggi. «Per ora abbiamo chiuso dieci scatole», spiega la professoressa Giuseppina Spallino.

Sul tavolo i volantini della "colletta alimentare" a fianco a cioccolatini che le persone del quartiere hanno regalato ai ragazzi. «C'è una bella risposta. Le persone sono interessate e qualcuno entra addirittura apposta nel supermercato dopo aver visto il nostro stand». I docenti che hanno risposto alla chiamata lo hanno fatto soprattutto per sostenere gli studenti: «Attività come queste migliorano il legame con loro», aggiunge la professoressa Simonetta Lucchi, davanti al Despar di via Druso con il secondo gruppo di ragazzi del Galilei.

Sentirsi utili

Dentro il Despar di piazzetta Anne Frank incontriamo Jakob, uno dei volontari più giovani. «Ho tredici anni», dice con il pennarello in mano, prima di scrivere "pelati" su una scatola nuova. Perché passare il sabato mattina così? «Perché mi fa sentire bene», risponde sorridendo. Lo stesso motivo che spinge chi lo fa da anni, come Diego Laratta, "cacciatore di briciole" dal 2015. Guanti e berretto in testa, è davanti al Despar di corso Libertà dalle 7 di mattina, ci rimarrà fino alle 19. «E lo faccio volentieri», spiega. «Mi fa sentire utile e parte di qualcosa. Sappiamo che senza il volontariato l'Italia non avrebbe la stessa forza, quindi è importante che ognuno di noi faccia la propria parte».













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