emergenze

In un anno 221.241 chiamate al 112 in Alto Adige

Le chiamate sono state inoltrate per il 35% alle forze dell’ordine e per il restante 65 al comparto sanitario e del soccorso pubblico



BOLZANO. Il 112, il numero unico che i cittadini possono utilizzare in tutti i paesi appartenenti all'Unione europea per chiedere soccorso in caso di emergenza, in Alto Adige è attivo da quasi cinque anni.

Nel 2021, il sistema ha registrato 221.214 chiamate, rappresentando, uno dei principali termometri della percezione della sicurezza del cittadino.

In occasione della giornata europea del 112, che si celebra oggi, 11 febbraio, e nel quadro delle funzioni di monitoraggio relative al funzionamento del servizio, il Commissario del Governo per la provincia di Bolzano, Prefetto Vito Cusumano, ha convocato, in videoconferenza, un incontro per un esame congiunto sull'andamento delle attività di gestione del N.U.E. 112. Vi hanno partecipato, oltre ai vertici delle Forze di Polizia, il Comandante delle Truppe Alpine, l'Assessore provinciale alla Protezione civile e il Direttore della stesa Agenzia, il Responsabile e il Coordinatore della Centrale di emergenza provinciale, il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco permanenti, il Presidente dell'Unione Vigili del Fuoco Volontari, nonché i rappresentanti del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, nonché del Bergrettungsdienst Südtirol.

La ricorrenza si inquadra nell'ambito delle iniziative rivolte alla crescita e allo sviluppo di tale fondamentale dispositivo di pronto intervento allo scopo di rinnovare l'attenzione dei cittadini sull'operatività del sistema di soccorso pubblico in Alto Adige, che assume notevoli dimensioni, in considerazione degli elevati flussi turistici e del notevole numero di visitatori.

Nell'occasione, è stata evidenziata la sinergica e consolidata collaborazione interistituzionale esistente tra tutte le componenti del territorio nonché la fondamentale funzione di filtro delle chiamate svolta dalla Centrale Unica di Risposta altoatesina - inoltrate per il 35% alle sale operative delle Forze dell'Ordine e per il restante 65% agli enti del comparto sanitario e del soccorso pubblico, si legge in una nota del Commissariato del Governo. 













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