TRASPORTI

La Sasa torna a tagliare le corse: «Non si trovano più autisti»

La protesta dei pendolari della linea 112 Bolzano-Laives Express. I sindacati: «C’è chi se ne va in Svizzera, dove si guadagna di più. E chi viene da fuori non può permettersi gli affitti


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Recandomi alla fermata di San Giacomo centro come tutti i giorni, stamattina ho aspettato (invano) che arrivasse il bus express 112 che prendo solitamente: sia perché effettua il tragitto in maniera "express", permettendomi di ridurre il tempo di spostamento casa - lavoro; sia perché, effettuando meno fermate per il centro, è decisamente meno affollato. Ho scoperto solo dopo lunga attesa che è stato soppresso fino a data da destinarsi. Forse è arrivato il momento di decidere quale strategia seguire: incentivare le auto private o, come credo sia più utile, la cosiddetta green mobility?».

Questa è una delle tante proteste, arrivate alla nostra redazione, per la soppressione dal 3 settembre della linea 112 Bolzano - Laives Express. Sasa - alla quale ci siamo rivolti per capire le ragioni della decisione - ha risposto in maniera criptica: «Confermiamo che la linea 112 Bolzano - Laives Express per motivi di efficientamento e riduzione del traffico parallelo non effettua servizio a partire da domenica 3 settembre fino a nuovo avviso».

In concreto, cosa significa? «La spiegazione - sostiene Artan Mullaymeri, segretario della Uil trasporti - è semplice: non si trovano autisti e si è costretti a rivedere le corse, ovvero si taglia. Le carenze di personale adesso pesano maggiormente, perché con l'apertura delle scuole, bisogna garantire più corse per gli studenti. Insomma, si conferma per l'ennesima volta che la coperta è corta». Come tutti i settori - pubblico e privato ormai non c'è più differenza - anche quello del trasporto pubblico fatica a trovare personale, nonostante il posto sia sicuro e a tempo indeterminato. Anche lo stipendio in sé non è male, ma è troppo basso rispetto al costo della vita.

«Il risultato - spiega il sindacalista - è che da una parte si accentua il fenomeno dell'emigrazione: in particolare, dalla zona di Malles-Naturno, se ne vanno a lavorare in Svizzera. Dove gli stipendi degli autisti del trasporto pubblico sono decisamente molto più attrattivi. A questo si aggiunge il fatto che la carenza di personale, fa sì che i turni di chi rimane, siano più pesanti. Per cui persone che prima riuscivano a conciliare il lavoro nel maso con quello di autista, oggi non ce la fanno più e dovendo scegliere, scelgono il maso».

Si cerca dunque di coprire i buchi nell'organico, attirando personale che arriva a fuori.

«Gli interessati - assicura Mullaymeri - ci sono, ma il costo della vita a Bolzano è insostenibile. Ieri è venuto da me un autista campano: per un appartamento in via Roma gli hanno chiesto 1.200 euro di affitto più 150 euro di spese. Ha moglie e due figli, con 1.800 euro di stipendio non ce la fa, ovviamente».













Altre notizie

Attualità