DISSERVIZI

Laives. Il Distretto trasloca, anziani arrabbiati

Causa lavori - per almeno due mesi - pazienti costretti ad emigrare ad Egna. Il sindaco: devono restare i servizi essenziali



LAIVES. È in programma per domani, 12 luglio, l’incontro fra sindaco di Laives, responsabili del distretto sanitario locale, presidente della Comunità comprensoriale e vertici dell’Asl bolzanina, per trovare una soluzione al paventato trasferimento, per un paio di mesi a causa di lavori, dei servizi sanitari che si trovano presso il distretto di Laives.

«Piano interrato, piano terra e primo piano – spiega il sindaco Christian Bianchi – dovranno essere chiusi per rifare gli impianti. La Haus der Kultur di Laives aveva dato la disponibilità a concedere alcuni locali in cui trasferire i servizi fondamentali, e quello che ho già ribadito è che servizi fondamentali come l’amministrativo, lo sportello pubblico, l’infermieristico, i prelievi, le vaccinazioni e la logopedia devono rimanere qui a Laives. Semmai si possono trasferire quelli più specialistici».

In merito interviene anche Mirco Zardo, responsabile locale e della Bassa Atesina per il sindacato Cgil-Agb. «Nulla da eccepire sulla necessità di rinnovare il distretto – afferma in una nota – ma trasferire tutti i servizi fra Ora e Egna è veramente una cosa inaccettabile. Far viaggiare gli anziani sugli autobus extraurbani non è cosa facile vista la carenza delle corse verso la Bassa Atesina, oltre al fatto che i lavori verranno svolti con molta probabilità fra luglio, agosto e settembre, con temperature non certo ideali soprattutto per le persone di una certa età. Ma la cosa che veramente ci fa rimanere basiti, è che, pur avendo il Comune trovato la disponibilità della Haus derr Kultur, l’Asl avrebbe cambiato idea optando per Ora ed Egna. La stessa Asl non ha dato ancora risposte alle nostre richieste presentate lo scorso anno, riferite al potenziamento di fisioterapia, quando si dichiarava disposta a cercare tra i medici privati qualcuno disponibile a prestare servizio a Laives. Chiediamo quindi fermamente all’Asl di far sì che i servizi sanitari essenziali rimangano qui».













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