Bianchi: «Il nido gratis? Un danno per il Comune» 

Infanzia. La proposta avanzata da Laives Civica comporterebbe un esborso di 170 mila euro Bianchi: «Siamo disposti a valutare le richieste delle famiglie in affanno a causa del Covid»



Laives. La maggioranza del consiglio comunale di Laives non ha accolto la mozione con la quale i gruppi di minoranza avevano proposto di rendere gratuite le strutture per la prima infanzia fino alla fine dell’emergenza Covid. Il sindaco, dopo le critiche ricevute dall’opposizione, spiega il perché della bocciatura.

«Eliminare il pagamento delle tariffe, che sono differenziate per fasce di reddito delle famiglie con bambini al nido, sarebbe un grave errore – dice Bianchi – perché per il Comune sarebbe un danno economico di circa 170 mila euro. Occorre conoscere bene i meccanismi attraverso i quali vengono calcolate le tariffe e, in particolare, i contributi, provinciali e statali, che vengono erogati alle famiglie con i requisiti per averli. La retta di frequenza per il nido, in buona parte viene pagata dalle famiglie e si tratta dei 170 mila euro circa, in parte dal Comune e quindi, per chi ha i requisiti necessari, anche con contributi provinciali e statali, contributi che, lo ricordo, vengono dati direttamente alle famiglie e possono arrivare, a seconda del caso, anche fino a 300 euro al mese. Se annullassimo le rette da pagare quindi, il Comune non incasserebbe 170 mila euro, che dovrebbe mettere in conto a tutta la collettività, ma anche le famiglie che pagano regolarmente le rette del nido e hanno diritto ai contributi provinciali o statali non li riceverebbero più. Posso capire che si tratta di temi che toccano da vicino le famiglie ma, come detto, occorre anche conoscere bene i meccanismi che stanno dietro il calcolo delle tariffe per non creare invece un danno. Invece – conclude Bianchi – la giunta comunale sicuramente valuterà eventuali correttivi per andare incontro alle particolari esigenze delle famiglie che, a causa del Covid, dovessero trovarsi in difficoltà».

Condivide le parole del sindaco anche l’assessora Claudia Furlani, competente per la scuola e il sociale, criticata dal consigliere Luca Bertolini per non avere espresso un proprio parere in merito alla mozione. «Non ho ritenuto di farlo – spiega – perché ho condiviso pienamente la spiegazione data dal sindaco in aula l’altra sera e quindi ritenevo superfluo ripetere le stesse cose». Lo steso Bertolini ha detto di essere «stupito per il fatto che la giunta non abbia nemmeno ritenuto di discutere del tema, che – dice – non è un provvedimento assistenziale ma a tutto campo e non grava certo sulle tasche dei contribuenti. La nostra richiesta era di verificare la possibilità, fermi restando i contributi statali e provinciali per le famiglie, se il Comune potesse intervenire sulla parte restante delle tariffe».













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