Ciclabile in zona Cervo, consiglieri contro Beati 

Dibattito e polemiche a Vadena. Il sindaco aveva parlato di situazione «abbastanza ridicola» La replica: «Cosa si è fatto per trovare un compromesso ed evitare il cortocircuito in Comune?»



Vadena. “La recente votazione del consiglio comunale sulla pista ciclabile in zona Cervo, che al sindaco è apparsa “ridicola” è stata espressa dalla stessa maggioranza che lo ha sostenuto ed eletto”. Inizia così un intervento firmato da alcuni consiglieri comunali di Vadena, che proseguono: “Forse sarebbe utile interrogarsi se sia stato fatto tutto il possibile per arrivare a una soluzione di compromesso fra tutte le parti in causa (comune di Vadena, Comunità comprensoriale, proprietari e residenti della zona Cervo) ed evitare il cortocircuito fra giunta e maggioranza che la sostiene”.

Il recente consiglio comunale di Vadena (competente territorialmente) ha ribadito che il collegamento ciclabile fra la stazione di Laives e l’argine dell’Adige dovrà essere "promiscuo", ovvero passare sull’attuale stradina privata in zona Cervo, e ha bocciato, di fatto, la proposta alternativa che prevedeva la pista ciclabile lungo il lato nord della stradina, separata quindi dalla carreggiata. Il sindaco Alessandro Beati ha parlato di “una pagina triste del consiglio comunale”, osservando che “tutto mi è parso abbastanza ridicolo. Purtroppo è anche la dimostrazione che, oramai, le decisioni vengono prese non più nelle sedi istituzionali ma altrove”.

“Riguardo ai problemi di sicurezza su stradina e pista ciclabile e in relazione ai pareri tecnici citati nell’articolo del 20 febbraio sul giornale Alto Adige – continuano i consiglieri - si precisa che proprio sulla sicurezza erano state chieste non delle rassicurazioni generiche, ma degli impegni ufficiali, “nero su bianco”, che non sono mai arrivati né per iniziativa del comune né da parte della Comunità comprensoriale. Ci si riferisce in particolare alle responsabilità in caso di incidenti fra residenti e fruitori della pista ciclabile e della stradina e quindi per esempio alla possibilità o meno di rendere pubblica la stradina in questione ed assoggettarla quindi alle regole del Codice della strada. Si fa presente che già adesso sulla stradina, pur chiusa da un cancello, passano innumerevoli pedoni e ciclisti fra trattori e veicoli autorizzati e quindi è già di fatto promiscua. E’ difficile immaginare che con la pista ciclabile separata e che con il conseguente enorme aumento degli utenti, questo fenomeno si interrompa. Anzi. Si va ad aggiungere una pista ciclabile nel quadro di una situazione già complicata.

A sua volta, anche la consigliera Monica Comperini (Svp) torna sulle dichiarazioni di Beati post consiglio: “Al momento della seduta – scrive Comperini - non esisteva più alcuna proposta alternativa da votare, come si evince in modo inequivocabile dalla corrispondenza con il sindaco stesso. La soluzione promiscua – continua la consigliera - è da sempre la soluzione a cui aspiravo. Purtroppo nulla di concreto è stato intrapreso dal sindaco in questa direzione. A seguito di questa inerzia, con l’aiuto del vice sindaco (di Laives, ndr) Seppi si è cercata e trovata un’ipotesi di accordo alternativo. Anche questa proposta però non è stata accolta nei termini utili dal sindaco Beati e dalla Comunità comprensoriale. A maggior ragione mi conforta il fatto che i consiglieri, a fronte di una situazione invariata, abbiano mantenuto invariato il loro voto, dando dimostrazione di grande fermezza e coerenza. Di fatto non è stato presentato nessun nuovo elemento, che potesse dare loro motivo di rivedere la scelta. Trovo incomprensibile – conclude Comperini - che il sindaco Beati, pur sponsorizzandola, abbia voluto affossare la soluzione ottenuta grazie all’impegno del vice sindaco Seppi. “Triste” e “ridicolo” è solo il fatto che ora, a pochi passi dal traguardo, si riparte da capo”.

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