raccolta fondi

La pediatra di Laives in missione in Etiopia 

Lucia Pappalardo punta a realizzare una scuola nella regione del Wollaita.«I bimbi possono istruirsi e ricevono almeno un pasto al giorno. Se ne parla poco ma c’è carestia»


Massimiliano Bona


LAIVES. Lucia Pappalardo - pediatra di 53 anni attiva nel distretto di Laives, Bronzolo e Vadena - con esperienze di lavoro in paesi del Terzo Mondo per l’associazione Medici dell’Alto Adige per il Terzo Mondo e per Child care worldwide è tornata in Etiopia. Si è attivata, prima di partire, con una raccolta fondi il cui obiettivo è quello di contribuire alla realizzazione di una scuola nella regione del Wollaita. Tra le emergenze c’è anche la carestia che ha colpito - come ha documentato anche Oxfam Italia - un po’ tutta l’Africa orientale.

Il reperimento dei finanziamenti necessari «è andato oltre ogni più rosea aspettativa». La pediatra altoatesina, nel fare il suo appello, aveva sottolineato come in Europa si parli poco o nulla della carestia che ha duramente colpito questa terra.

La pediatra: «Se i bambini vanno a scuola possono istruirsi e ricevere almeno un pasto al giorno».

L’idea di investire nella scuola è legata anche alla necessità di sfamare i piccoli studenti africani.

«Mi chiamo Lucia e sono medico pediatra, da sempre impegnata anche nel terzo mondo. Raccolgo fondi per il mio viaggio in Etiopia. Si tratta di uno dei paesi più poveri al mondo, attualmente colpito da una delle peggiori carestie del secolo, anche se qui non se ne parla... Userò il ricavato per collaborare alla costruzione di una scuola nella regione del Wollaita: se i bambini vanno a scuola possono istruirsi e ricevono almeno un pasto al giorno! È importante per loro, fondamentale! Vi ringrazio sin d’ora per ogni piccola offerta e prometto di farne buon uso».

La denuncia di Oxfam: «Drammatica la situazione in Etiopia, Somalia, Sud Sudan e Kenya».

In Africa orientale l’inflazione alimentare – innescata dalla crisi ucraina – in questo momento è fino a 5 a volte superiore rispetto alla media globale. «L’Etiopia è il paese più colpito con una crescita del 44 per cento dei prezzi. Un aumento letteralmente fuori controllo che, sommato alla peggiore siccità degli ultimi decenni, spinge milioni di individui in una situazione di carestia. Con 1 persona che ogni 48 secondi sta morendo di fame».

In questo momento in Africa orientale - sottolinea Oxfam - la popolazione sconta una fortissima dipendenza dalle importazioni di cibo, arrivando a spendere fino al 60 per cento del proprio reddito per l’acquisto di prodotti alimentari. Ad esempio cibo e bevande rappresentano ben il 54% dell’indice dei prezzi al consumo in Etiopia, mentre appena l’11,6% nel Regno Unito.

Le cifre dell’emergenza.

Circa 25 milioni di persone sono sull'orlo della carestia e oltre 2,5 milioni di bambini soffrono di malnutrizione. La prolungata, ormai endemica, aridità rovina il suolo, rendendo più difficile l'assorbimento dell'acqua piovana, necessaria per la coltivazione.

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