sicurezza stradale

Laives, l'allarme dopo l’incidente: «Galleria senza vie di fuga» 

Il pauroso frontale dell’altro giorno ha fatto riesplodere il problema delle carenze all’interno del tunnel di San Giacomo. Il comandante Thaler: «È un’autobotte con attrezzatura per alte temperature»


Bruno Canali


LAIVES. Il territorio comunale di Laives ospita, complessivamente, il più lungo tratto stradale infilato in una galleria della intera provincia altoatesina. Fra il tunnel della variante sulla Ss12 di San Giacomo (2.444 metri di lunghezza) e quello alle spalle della città di Laives (2.882 metri) sono oltre 5 chilometri da percorrere dentro la montagna.

L’incidente dell’altro giorno - il tremendo frontale nella galleria di San Giacomo, con tre veicoli coinvolti e due feriti - ha fatto riesplodere il problema della sicurezza all’interno del tunnel, come molti hanno evidenziato nelle ore immediatamente successive all’incidente: «Nella galleria mancano le vie di fuga».

Lo scenario peggiore in questi casi è rappresentato dagli incidenti nei quali potrebbe innescarsi l’incendio di qualche automezzo che in pochi minuti saturerebbe la galleria di fumo, nonostante gli impianti di ventilazione. Chi ha avuto occasione, ad esempio, di veder bruciare uno pneumatico, sa quanto fumo nero produce immediatamente. Per i soccorritori – vigili del fuoco innanzitutto – uno scenario da incubo dove operare il più rapidamente possibile, con alte temperature e visibilità pressoché nulla.

Proprio per la possibilità che questo accada nei due lunghi tunnel di Laives, da qualche anno il corpo dei vigili del fuoco volontari di Laives hanno in dotazione un automezzo speciale, attrezzato proprio per poter intervenire in gallerie invase dal fumo e dalle fiamme. «Si tratta di un camion-autobotte particolare – spiega Patrick Thaler, comandante dei vigili del fuoco volontari di Laives – dotato anche di termo-scanner che rileva le varie temperature. Gli uomini a loro volta sono tutti dotati di autorespiratori con bombole di ossigeno e speciali tute di amianto per poter accedere a posti e locali dove ci sono alte temperature».

Fra le due gallerie, la più pericolosa è quella di San Giacomo, in quanto non dotata di uscite di sicurezza, a differenza di quella di Laives, dove sono poste all’incirca ogni 500 metri, sboccano all’esterno e possono essere utilizzate dai mezzi di soccorso per entrare lungo un lato.

La galleria di San Giacomo è la più vecchia in ordine di tempo e nonostante sia, come quella di Laives, “monocanna” ovvero con le due corsie di marcia in un unico “tubo”, non ha uscite di sicurezza. Un problema di cui si parla fin dall’inizio; a suo tempo sembrava vi fosse, da parte provinciale, l’intenzione di far realizzare alcune di queste uscite verso l’esterno (allora si parlava di circa 6 milioni di spesa) ma finora nulla è stato fatto. Trattandosi di una galleria a canna unica, il rischio di scontri frontali, come è stato l’altro pomeriggio nella galleria di San Giacomo, è alto.

 













Altre notizie

Attualità