Laives

Ragazzino rincorso e spinto: «Volevano il monopattino»

La “denuncia” della mamma: «Sono stati dei tredicenni mentre mio figlio di dieci anni stava facendo ritorno a casa»



LAIVES. Davvero un brutto quarto d’ora, se tanto è durato, quello passato da un ragazzino di Laives, l’altra sera, mentre stava facendo rientro a casa, dopo un pomeriggio trascorso fra scuola e amici. Stando al racconto della madre, che ha voluto condividere la vicenda con il popolo dei social, e in particolare con gli altri genitori (per metterli in guardia), il ragazzino - di appena dieci anni - ha rischiato di subire un’aggressione in piena regola, sventata dalla prontezza di riflessi del giovane e soprattutto grazie alla presenza, a un certo, di alcuni adulti in zona che solo per il fatto di esserci lo hanno salvato dalle mire, tutt’altro che benevole, di un altro ragazzino.

La vicenda è questa, come detto raccontata dalla mamma su Sos Laives, subito dopo l’accaduto, martedì sera: «Segnalo che oggi verso le 18 mio figlio di quasi dieci anni, mentre stava tornando a casa in monopattino, nella zona delle scuole elementari tedesche, piazzale Aula Magna, è stato inseguito da alcuni ragazzi che gli volevano prendere il monopattino». Secondo la donna, stando a quanto gli avrà raccontato il figlio, il ragazzino ha ricevuto un colpo sulla schiena, una spinta, «ma fortunatamente non è caduto», e così ha potuto proseguire verso casa, sempre a bordo del monopattino, a quanto pare oggetto delle mire dei tre aggressori.

A quel punto, il brutto episodio non è terminato: «Un ragazzo in bici lo ha inseguito giù per la discesa». Fortuna ha voluto, come detto, che vi fossero in zone due adulti: «Lì c’erano due signori a spasso con il cane e quindi il ragazzo se ne è andato, ma mio figlio è tornato a casa molto spaventato», spiega la mamma.

Che motiva, così, la sua decisione di rendere pubblica la disavventura capitata al figlio: «Non scrivo con la finalità di generare preoccupazioni e paure, ma con l’intento di far riflettere sul comportamento aggressivo e minaccioso di questi ragazzi, che avranno avuto circa 13 anni. Chiediamoci, noi genitori: sappiamo davvero cosa fanno i nostri figli?».













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