Terreno conteso a Pineta: la spunta la pizzeria

Laives. L'annoso braccio di ferro fra la proprietaria del terreno di Pineta, su una parte del quale sorge anche la pizzeria La Torre e il Comune di Laives, si sarebbe concluso con un risultato...



Laives. L'annoso braccio di ferro fra la proprietaria del terreno di Pineta, su una parte del quale sorge anche la pizzeria La Torre e il Comune di Laives, si sarebbe concluso con un risultato favorevole alla proprietaria. Però quell'angolo attualmente incolto, posto fra il parco pubblico di Pineta e la pizzeria, rimarrà urbanisticamente un verde agricolo «con vincolo di tutela»e dunque, concretamente cambia poco, salvo che rimane in mano a chi lo aveva comperato.Ricordiamo che tutto prese le mosse anni or sono, quando con la costruzione della variante rimase fra questa e la via Brennero un terreno proprietà del conte Toggenburg. Una parte (10 mila metri quadrati circa) venne acquistata dal Comune per realizzarvi il parco pubblico e la piazzetta Don Domenico Penner. Rimase al conte Toggenburg un residuo di 2.700 metri quadrati che di lì a qualche tempo, egli mise in vendita, rivolgendosi prima di tutto al Comune di Laives con lettera dove spiegava che lo avrebbe ceduto previo pagamento di 170 mila euro, a patto che la decisione fosse presa rapidamente. Il Comune però non manifestò interesse all'acquisto all'epoca e così si fece avanti la proprietaria della pizzeria La Torre, che acquistò quel terreno residuo confinante con la sua proprietà. Fu a quel punto che il Comune si "svegliò", decidendo di iniziare la trasformazione urbanistica dei 2.700 metri quadrati: da verde agricolo con vincolo di tutela a zona per attrezzature collettive, da "agganciare" al parco già esistente davanti all'abitato di Pineta. Ovviamente la proprietaria della pizzeria rispose picche e fece ricorso al Tar, vincendolo; a sua volta il Comune promosse quello al Consiglio di Stato. Ci fu anche la proposta da parte del Comune di acquistare circa duemila metri quadrati di quel residuo, lasciando davanti alla pizzeria un'area "cuscinetto" di circa 700 metri quadrati. All'epoca, in pieno braccio di ferro con la proprietaria, si era anche ipotizzata una procedura di esproprio per interesse pubblico ma in consiglio comunale diversi consiglieri manifestarono dubbi in merito all'operazione. Del resto, come giustificare un’azione di forza ben sapendo che, tempo prima, il conte Toggenburg aveva scritto proprio al Comune per venderlo a 170mila euro?». B.C.

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