Un esercito di volontari porta i pasti agli anziani 

Il distretto sociale di Laives ha voluto ringraziarli con una piccola festa Nel 2017, 5 mila consegne. Spesso sono l’unico contatto umano per gli assistiti


di Bruno Canali


LAIVES. Il lavoro dei volontari è uno dei beni più preziosi che una società possa avere. È grazie ai volontari che diversi servizi vengono garantiti in maniera eccellente a costi irrisori, servizi che altrimenti, dovessero essere gli enti pubblici a svolgerli, avrebbero costi proibitivi. Proprio per ringraziare in qualche modo questo «esercito» di persone, di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali, che donano parte del loro tempo libero per servire gli altri, l'altra sera è stata organizzata dal distretto sociale una cena presso il salone del centro Don Bosco di Laives. «Ringraziamo, prima di tutto, il centro Don Bosco per la disponibilità - dice Annalisa Frasca, direttrice del distretto sociale di piazza Falcone e Borsellino - e, ovviamente, tutti i volontari che si mettono a disposizione per il trasporto dei pasti agli anziani che ne fanno richiesta a livello di distretto, vale a dire Laives, Bronzolo e Vadena. Questi volontari affiancano le nostre operatrici in un compito che è fondamentale per la nostra società».

E la direttrice del distretto elenca qualche cifra che da il quadro del lavoro svolto: «Durante il 2017 (che ancora non è concluso) fra Laives, Bronzolo e Vadena, sono stati già distribuiti 11.744 pasti, con una media giornaliera di 70 pasti al giorno. A prepararli concretamente è la cucina della casa di lungodegenza Domus Meridiana e a proposito, vanno anche aggiunti 207 pasti che gli utenti sono andati a prendere direttamente, senza attendere quindi le operatrici o i volontari che li portano a casa. Mediamente gli utenti di questo servizio sono più di un centinaio. Quanto ai volontari, attualmente sono 95 e nel corso di quest'anno hanno consegnato 4.821 pasti caldi direttamente a casa».

Il servizio di pasti a domicilio viene svolto, durante la settimana, principalmente dalle operatrici del distretto sociale, talvolta con l'ausilio anche di qualche volontario. I volontari invece si incaricano di farlo al sabato, ogni gruppo per il proprio territorio comunale. Alla festa dell'altra sera presso il Don Bosco, la cena è stata cucinata proprio dai cuochi della Domus Meridiana. C'è poi un altro aspetto che la dottoressa Frasca ha giustamente sottolineato nel suo intervento: quello prettamente sociale, perché chi porta i pasti in casa instaura anche un contatto personale con gli utenti e spesso «questi operatori e volontari, sono anche le uniche persone che un anziano vede durante la giornata. Così si scambiano opinioni e si verificano anche le condizioni di salute e abitative degli anziani soli, in maniera da segnalare eventualmente cambiamenti che possano necessitare di interventi specifici». Proprio i pasti a domicilio insomma, sono, spesso, la prima via di accesso a situazioni di fabbisogno assistenziale. «Ai nostri volontari e alle operatrici quindi, va un grande ringraziamento da parte di tutti, perché garantiscono continuità al servizio, arricchendolo con umanità e cuore».













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