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Lavoratori, posto fisso addio. “Ogni anno lasciano in 18mila”

Nella sede di Cna l’incontro con tecnici e politici sulle crescenti difficoltà a trovare personale. Si cercano nuove strade per aumentare l’attrattività dei posti di lavoro: margini di recupero tra giovani, disoccupati, pensionati


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Lo stipendio è importante ma non è tutto. Il posto fisso tra i giovani ha perso completamente appeal: tanto che in media se ne vanno circa 18 mila persone all’anno (+16%) a conferma della forte mobilità. In testa alle priorità, c’è oggi la voce tempo. Da usare innanzitutto per se stessi e in prospettiva per conciliare le esigenze familiari. Per questo, tra le cose ritenute essenziali, c’è la possibilità di scegliere quando fare le ferie. Trovare collaboratori, in tempi caratterizzati da crescente individualismo, è diventato sempre più difficile. Per tutti: settore pubblico e settore privato. Le aziende devono prendere atto del cambiamento epocale in corso e adeguarsi. Individuando nuove vie. Non è facile ma è così».

Stefan Luther, direttore della ripartizione Servizio mercato del lavoro, è intervenuto ieri fornendo una serie di dati preoccupanti, nel dibattito organizzato dalla Cna su quella che è la sfida del decennio: reperire personale.

Impresa, quantomai complicata, perché ci si trova a dover fare i conti con il calo demografico al quale si aggiunge, da qui al 2030, il pensionamento in Alto Adige di circa 40 mila persone.

Nel decennio 2025-2035 si prevede che ci saranno ogni anno 3 mila uscite dal mondo del lavoro in più rispetto alle entrate. L’età dei lavoratori dipendenti è mediamente alta: si calcola che il 33,3% abbia più di 50 anni. E il settore più “vecchio” oggi è quello pubblico.

All’incontro, svoltosi nella sede dell’associazione degli artigiani di via Righi, hanno partecipato oltre al presidente regionale di Cna Claudio Corrarati anche Alfred Aberer, segretario generale della Camera di commercio, e Vincenzo Gullotta, sovrintendente della scuola in lingua italiana. In sala, tra gli altri, il presidente della Provincia Arno Kompatscher e i nuovi consiglieri provinciali Angelo Gennaccaro, Marco Galateo e Christian Bianchi; oltre all’assessora comunale Johanna Ramoser.

Benessere e servizi a rischi

«Il tema - ha detto Arno Kompatscher - sarà al centro dell’agenda del nuovo consiglio provinciale». E il motivo è semplice: se il settore pubblico come quello privato non riusciranno a trovare nuovi collaboratori, per l’Alto Adige si tradurrà in una diminuzione del benessere complessivo e in un’inevitabile riduzione dei servizi. Intendiamoci, quello della carenza di personale, non è un problema solo locale, ma nazionale e più realisticamente europeo. Solo che in Alto Adige è aggravato dal carovita e in particolare dal costo degli alloggi; a questo si aggiunge la concorrenza che arriva da Austria, Germania, Svizzera.

«Aumenta - ha messo in guardia Alfred Aberer, segretario generale della Camera di commercio - la tendenza ad emigrare verso i Paesi dove gli stipendi sono mediamente più alti». Dal dibattito di ieri è emerso che - in un quadro sempre più complesso ed in continua evoluzione- bisogna agire su più fronti e proprio per questo il presidente della Cna Claudio Corrarati, facendosi interprete di quelle che sono le esigenze in particolare dei piccoli imprenditori come sono spesso gli artigiani, ha auspicato una più stretta collaborazione tra le aziende e il servizio Mercato del lavoro che raccoglie le domande degli aspiranti lavoratori.

In Alto Adige sono in media 12 mila i disoccupati (1,3% il tasso di disoccupazione). Secondo Luther, reperire forze lavoro tra la popolazione residente è possibile. Il direttore del Servizio Mercato del lavoro ha insistito sull’importanza di “privilegiare” i locali per il semplice motivo che spesso e volentieri l’alloggio ce l’hanno già. Importanti percentuali di recupero ci sono anche tra le donne, ma bisogna migliorare i servizi per conciliare lavoro e famiglia.

Per quanto riguarda i giovani, la proposta è quella di rafforzare il sistema duale che consente un ingresso anticipato nel mondo del lavoro. Margini di recupero ci sarebbero anche tra i pensionati oltre che ovviamente tra i disoccupati: tra questi ci sono persone che cercano disperatamente lavoro, ma anche chi fa di tutto per evitare l’assunzione, mantenendo però la Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione.

Attrattività e scuola

«La Camera di commercio - ha spiegato Aberer - sta lavorando per aiutare le imprese a diventare più attrattive nel proporsi sul mercato del lavoro. Nell’ambito di “Work in Alto Adige” offre già una serie di servizi. A questo si aggiunge “Welcome service” che funge da sportello per potenziali lavoratori e lavoratrici; oltre al Talentcenter, dove gli studenti e le studentesse della scuola secondaria possono mettere alla prova le proprie abilità, per poi ricevere un report che servirà da strumento di orientamento per la definizione del proprio percorso formativo e professionale». Il sovrintendente Vincenzo Gullotta ha auspicato una sempre maggior collaborazione tra mondo del lavoro e scuola, in particolare la formazione professionale, per capire quelle che sono le esigenze delle aziende e fare in modo che la formazione sia sempre più al passo con i tempi. «Cerchiamo inoltre di favorire - ha detto - nuove convenzioni tra istituti scolastici e aziende, perché i ragazzi possano vedere e conoscere da vicino il mondo delle imprese, per poi scegliere alle superiori l’indirizzo più adatto alle proprie attitudini. L’ideale è farlo già alle medie». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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