ottobre rosa

Liste d’attesa per le mammografie: l’Asl deve recuperarne 2.600

Lilt e Mamazone: «Mese simbolo della prevenzione, ricordate di fare i controlli» Appello delle tecniche di Radiologia alle donne: «Non abbiate paura, aderite all’invito aziendale»



BOLZANO.  Mammografia non urgente, i tempi sono lunghi (al San Maurizio infiniti) e l’Asl scende in campo per tagliare le attese. La delibera approvata martedì dalla giunta provinciale - che permette di utilizzare i milioni versati da Roma e non ancora spesi per ridurre le liste - dice che si rende necessario il recupero di 2.601 prestazioni da erogare nell’ambito della campagna di screening contro il tumore al seno, non effettuate nel corso del 2022. Previsto un recupero in toto attraverso l’attuazione di programmi di prestazioni aggiuntive, per una spesa di quasi 39 mila euro.

Ottobre mese rosa Lilt
Ottobre è il mese rosa, appuntamento fondamentale per la Lilt (Lega lotta contro i tumori), che ogni anno, in quest'occasione, promuove la campagna Nastro Rosa per informare e sensibilizzare le donne sulla vitale importanza della prevenzione. Giulio Donazzan, presidente Lilt, ricorda che ogni anno in Alto Adige 400 donne si ammalano di tumore al seno. «L’Alto Adige si dovrebbe dotare di un centro di Senologia analogo a quello aperto da alcuni anni in Trentino». Dove esiste un’unità clinica operativa che garantisce la diagnosi, a vari livelli, alle donne di tutta la provincia. Invece abbiamo mammografi in sette ospedali e non riusciamo a soddisfare le richieste, anche perché mancano medici radiologi. Donazzan ripete anche che per tenere sotto controllo la popolazione va ampliata la fascia d’età degli screening: «Non basta dai 50 ai 69 anni, occorre passare dai 40 ai 75».

Mamazone, diagnosi precoce
Per Erika Laner dell’associazione Mamazone (donne operate al seno) è fondamentale la diagnosi precoce conforme a precisi standard qualitativi. «Per questo lanciamo con forza la richiesta di un programma di screening in centri Senologici certificati già a partire dai 40 anni perchè sono in aumento le giovani che si vedono confrontate con questa patologia. E ci battiamo con forza perché le "donne a rischio" - che hanno qualche anomalia per esempio tumore benigno, noduli, microcalcificazioni ecc. - vengano tenute sotto stretto controllo. Non sono assolutamente accettabili tempi d'attesa di oltre un anno. Uno dei problemi che incide sulle liste d'attesa - chiude Laner - è anche che le donne invitate allo screening Asl non aderiscono e non disdicono l'appuntamento togliendo cosi ad altre la possibilità di fare la mammografia perché non c'è posto e questo comportamento non è corretto».

Le tecniche di Radiologia
Le tecniche sanitarie di Radiologia medica (TSRM), impegnate nello screening a fianco ai medici di Senologia e le infermiere dedicate, invitano le donne a sottoporsi ai controlli. Uno degli aspetti fondamentali sotto l’aspetto umano è l’approccio empatico con le pazienti. «Non dovete avere paura. La mammografia non è un esame invasivo. La necessaria compressione del seno, che a volte può far esitare le pazienti a aderire allo screening, dura solo pochi secondi e noi adottiamo tutte le tecniche necessarie per ridurre il disagio al minimo. Più la paziente è rilassata durante l’esame migliori sono le immagini».

Marzia Baga e le colleghe del distretto Loew-Cadonna raccontano che in queste settimane il programma di lavoro a Bolzano prevede fino a 60 inviti al giorno allo screening. Daniela, Renata, Patrizia, Marzia, Gerda, Sieglinde, Evelyn, Vanda, Sylvia, Irene, Cinzia, Paola, Alexia, Ivana, Sabine, Elisabeth, Ursula, Karin, Renate, Verena e Karmen sono le techiche di Radiologia che accoglieranno le altoatesine a Bolzano, Merano, Silandro, Bressanone, Vipiteno e Brunico per la prossima mammografia. Che ricordiamo salva la vita.
V.F.













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