«È un’opportunità per svilupparci»

Merano. «È vero, ci è voluto molto tempo per trovare la quadratura del cerchio». Lo afferma anche Giovanni Möseneder, ammettendo senza dirlo a viva voce che lo sviluppo della trattativa col Comune...



Merano. «È vero, ci è voluto molto tempo per trovare la quadratura del cerchio». Lo afferma anche Giovanni Möseneder, ammettendo senza dirlo a viva voce che lo sviluppo della trattativa col Comune era cruciale per lo sviluppo della fondazione San Nicolò che presiede. «L’accordo ci permette di pensare ad allargare il nostro impegno, al momento concentrato sull’infanzia e l’adolescenza. Nei piani del vecchio edificio ristrutturato che rimarranno nella nostra disponibilità potremo ricavare alloggi o appartamenti per persone delle fasce più fragili, pensiamo per esempio a donne e uomini con disabilità ai quali in età avanzata viene a mancare il sostegno dei genitori».

Lavoro.

Nello stabile attualmente in uso, che insiste sulla stessa area all’angolo fra via San Francesco e via Verdi, la fondazione gestisce una comunità sociopedagogica integrata, a sua volta ripartita in tre comunità di otto giovani. Ventiquattro ragazzi in tutto, «attualmente tutti i posti sono occupati» spiega Möseneder che guarda anche al profilo occupazionale dell’attività: «Con noi lavorano diciotto educatori, c’è la necessità di presenza h24, e assieme a loro due ergoterapisti (personale impegnato nella cosiddetta terapia occupazionale, ndr). Grazie alla collaborazione con l’Azienda sanitaria per 19 ore settimanali possiamo inoltre contare su una psicoterapeuta».

Apertura.

Rispetto a un tempo, la comunità cerca di aprirsi di più verso l’esterno. «Negli anni è stato cambiato l’approccio» aggiunge il presidente della fondazione. «Svolgiamo molte attività fuori sede. Per esempio oggi (ieri per chi legge) molti ragazzi sono in Val Martello per confrontarsi con l’arrampicata».

Lockdown.

E col Covid? «Il parco è stato un elemento essenziale per gestire le comunità durante il lockdown. Nel rispetto delle disposizioni sul distanziamento, i ragazzi hanno potuto superare un periodo difficile ma allo stesso tempo l’isolamento ha avuto un risvolto formativo e ha consentito un distacco dai problemi della quotidianità ordinaria». SIM













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