Affari a picco e degrado La rabbia degli esercenti 

Bar, ristoranti e negozi non condividono tempi e modalità scelti per i lavori «Il Comune si è focalizzato sulle panchine invece di pensare anche ai parcheggi»



MERANO. «I cinesi qui vicino che vendono alcolici, la fermata dell’autobus che porta alle discoteche. E via Matteotti sola con le sue panchine inutili, pronte a diventare un bivacco per giovani ubriachi». In via Matteotti, insieme alla polvere dei lavori che secondo il programma confermato dall’assessore Stefan Frötscher andranno avanti fino a fine maggio, si respira l’esasperazione di chi ogni giorno osserva sconsolato gli operai impegnati nella risistemazione della strada e dei marciapiedi. Il problema principale risiede nella riduzione del numero di parcheggi: da circa 80 passeranno a 20, con buona pace dei residenti della via. «Nessuno di noi ha un garage, le vecchie case non lo prevedevano - spiega Lorenza Tecla -. E le panchine, poi, accresceranno il degrado. Abbiamo già avuto episodi di specchietti rotti e di ruote bucate: temiamo che questi diventino la regola». Preoccupati anche i commercianti, soprattutto per il taglio dei parcheggi. Andrea Wenin della cartoleria Drescher ha registrato un calo delle vendite del 40%. «Ma sarebbe stato peggio se i lavori fossero stati fatti in autunno, quando comincia la scuola. Di solito la Pasqua è fonte di introiti: staremo a vedere, anche se le premesse non danno speranza. Di buono c’è che adesso il cantiere va avanti anche il sabato, magari si finirà prima. Certo che i lavori vanno a rilento, anzi, sono gli stessi operai a dire di essere troppo pochi». «Non sono un tecnico, non posso esprimermi sul lavoro degli operai. Sicuramente non è un male che lavorino anche il sabato. Le vendite sono diminuite molto: per noi commercianti sarebbe importante almeno il ripristino dei parcheggi. Anche blu, ma con disco orario, così i clienti potrebbero parcheggiare gratuitamente giusto per un quarto d’ora o venti minuti e fare la spesa. Serve movimento» commenta Alexander Pichler dell’ortofrutta. Il negozio si è ritrovato accessibile solo dalla parte di via Matteotti più vicina a via Piave, con una rete a chiudere l’accesso al marciapiede che porta verso via Roma. Di un parcheggio con disco orario beneficerebbe anche la lavanderia Angela: i titolari Angelina Sciscenti e Vincenzo Esposito denunciano un calo degli introiti del 70%, una delle situazioni più gravi della via. «Per portare qui i vestiti da lavare serve l’automobile. Il Comune aveva detto che il tratto tra via dei Magazzini e via Armonia sarebbe rimasto accessibile, e invece il cantiere arriva ben più giù. Abbiamo ancora i cappotti di clienti che non sono più potuti passare a prenderli». Alessandro Di Mango, proprietario della tabaccheria, è rassegnato a chiudere il sabato pomeriggio: se tenesse aperto oltre avrebbe più spese che ricavi. Le vendite? «Esattamente dimezzate. Visto al computer il nuovo concetto della via sembra anche piacevole, ma manca di funzionalità. Chi si siederà sulle panchine, Frötscher e il resto della giunta? O piuttosto i ragazzi di passaggio per le discoteche, disturbando tutti i residenti?». Di fronte alla tabaccheria c’è lo Chapeau, un bar ristorante «costretto a fare solo la parte del ristorante - specifica il proprietario, Antonio Caparco -. Prima dell’avvio dei lavori, la mattina facevamo servizio bar, ma ora, con polvere e rumore, non lo facciamo più. Chi passa in via Piave vede la strada chiusa e pensa che siano chiusi anche gli esercizi - se tra via dei Magazzini e via Armonia non ci fossero i lavori non saremmo ridotti così. E col bar pagavo l’affitto del locale. Pure il ristorante non se la cava bene, visto che sono costretto a tenere i clienti all’interno: le entrate hanno subito un calo del 55-60%. E tra le campane dei rifiuti e i topi che infestano la casa abbandonata qui accanto la situazione peggiora. Per non parlare dei parcheggi: prima si poteva sostare qui e pranzare in velocità, mentre ora sono costretto a offrire io stesso il parcheggio presso il circolo tennis, sempre che ce ne sia. Frötscher non si è presentato a nessuno dei tre appuntamenti da lui stesso convocati, l’ingegner Todesco ha ammesso che c’erano problemi solo a lavori iniziati. Insomma, se ne lavano le mani. Ma intanto durante i lavori è stato rotto un tubo dell’acqua e ho rischiato di perderci la macchina del caffè, senza contare le crepe su muri e vetri. Fortunatamente non dovrò licenziare nessuno, però siamo al limite».

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