«Affari crollati, abbandonato dalle istituzioni: chiudo»

Merano. Chiude per gli effetti collaterali della pandemia sul commercio il negozio Mada Sport di via Parrocchia. Attivo dal 2014 e specializzato nella vendita di articoli sportivi legati al gioco del...



Merano. Chiude per gli effetti collaterali della pandemia sul commercio il negozio Mada Sport di via Parrocchia. Attivo dal 2014 e specializzato nella vendita di articoli sportivi legati al gioco del calcio, il negozio gestito da Daniele Avanzo era diventato un punto di riferimento per le società calcistiche meranesi. «Con l'inizio del lockdown le cose hanno iniziato ad andare male e anche se per la maggior parte del tempo ho potuto tenere aperto, visto che il calcio dilettantistico si è fermato, nessuno veniva a comprare scarpe da calcio», spiega Davanzo che lamenta anche di essere stato lasciato da solo come imprenditore. «Per il primo lockdown ho ricevuto ristori per circa 2800 euro dalla Provincia e 2400 dallo Stato, anche se in quel periodo dell'anno, ad esempio nel 2019, fatturavo di solito circa 30.000 euro, mentre con la chiusura totale tra marzo e maggio i miei incassi si sono ridotti a zero e con quei famosi ristori ho semplicemente pagato le spese», sottolinea Davanzo che nei giorni scorsi ha provveduto a svuotare il suo negozio. «A fine dicembre 2020 avevo merce per un valore di circa 50.000 euro che alla fine ho messo elevando progressivamente gli sconti per via della mancanza di clienti», racconta il titolare del negozio di articoli sportivi.

Insomma, scarpe da calcio del valore di centinaia di euro vendute sottocosto, fino alla svendita finale degli ultimi giorni. «Per capire di cosa sto parlando, basta immaginare che in una situazione normale avrei venduto quelle merce del valore di 50.000 euro per circa 80.000 euro, mentre alla fine mi sono dovuto accontentare di incassare nemmeno 10.000 euro», chiosa Davanzo.

Insomma, un calo del giro d'affari che durante il primo lockdown era stato compensato in parte dall'arrivo dei ristori, mentre da novembre Davanzo sostiene di essere stato lasciato letteralmente solo dalle istituzioni. Una solitudine unita al calo delle vendite nell'ordine del 70% che ha dato il colpo di grazia alla sua attività.

«Tenevo aperto perché io voglio lavorare per mantenermi, ma se tenevo aperto non ricevevo contributi e i clienti comunque non arrivavano. Per questo, con grande rammarico, ho deciso di chiudere il negozio, dopo avere trovato una occasione di lavoro presso il Comprensorio sanitario di Bolzano», spiega Davanzo.

Una chiusura dolorosa per il mondo del calcio meranese, come ci confidano diversi dirigenti sportivi, proprio perché con le sue forniture tecniche a prezzi “onesti”, come si suole dire, Davanzo contribuiva a rendere la pratica sportiva in città accessibile un poco a tutti. J.M.













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