l’impegno dell’istituto alberghiero 

Al «Ritz» la Resistenza si fa con il teatro

MERANO. Sono giovanissimi, i figli del Duemila che all’Istituto alberghiero Ritz portano avanti la memoria di quel che non deve succedere più. E lo fanno attraverso il teatro, dove la parola assume...



MERANO. Sono giovanissimi, i figli del Duemila che all’Istituto alberghiero Ritz portano avanti la memoria di quel che non deve succedere più. E lo fanno attraverso il teatro, dove la parola assume un potere magico, dove il confronto con la Storia si fa più stringente nel coinvolgimento attoriale, personale, emotivo. Ne parlano Veronica Genetin, Pietro Rizzardi e Greta Tamburini, che insieme ai loro compagni di classe e agli educatori Gabriele Benatti e Pierluigi Rizzato (con l’ausilio tecnico di Davide Corghi e Michele Giancola), con l’incoraggiamento della direttrice Maria Pascarella, hanno messo in piedi uno spettacolo con letture da “Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana” (Einaudi, 2005). Uno spettacolo multimediale, intervallato da filmati d’epoca e registrazioni di Radio Londra. «L’argomento l’avevo già affrontato alle medie anche incontrando un reduce dai campi di concentramento, ma ora abbiamo avuto l’occasione di un approfondimento sui partigiani, anche grazie all’incontro con Lidia Menapace. Ci siamo immedesimati in ciò che abbiamo letto: è un bel salto rispetto allo studio scolastico, che altrimenti rimane “astratto”», spiega Rizzardi, 14 anni. La quindicenne Tamburini racconta che «abbiamo fatto un collegamento tra la Resistenza e la nostra Costituzione, abbiamo appreso l’importanza di combattere per l’uguaglianza, per la libertà, per i nostri diritti. Di mantenere la pace. Tanti nelle lettere raccomandavano ai figli di studiare e lavorare, per scampare alla morsa dell’ignoranza e donare a tutti noi un futuro migliore. La cultura è pericolosa per i fascismi». Al teatro di ispirazione civica gli alunni - o, meglio, le alunne - del Ritz non sono nuovi. Già per l’8 marzo avevano letto “Ferite a morte” di Serena Dandini, come ricorda Genetin, 15 anni anche lei: «Dall’esperienza partigiana viene anche il diritto di voto alle donne, una svolta storica. Dire no alla violenza è rivendicare l’uguaglianza di uomini e donne: questi spettacoli sono un’occasione importante per noi, soprattutto perché siamo giovani e possiamo impegnarci a riflettere insieme». Con una riflessione che dal personale arriva al collettivo e quindi al politico, gli alunni del Ritz ricordano il passato per incidere sul presente.













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