Alloggi per padri separati Il Comune cerca soluzioni 

Melchiori (Forza Italia): «Sempre più situazioni difficili. E a rimetterci sono i figli»  L’assessore Zaccaria: «Due ipotesi al vaglio, ancora da chiarire le procedure»


di Simone Facchini


MERANO. Per aiutare i padri separati in difficoltà il Comune vuole mettere a disposizione dei propri alloggi. L’ufficio patrimonio sta lavorando assieme all’assessore Nerio Zaccaria per trovare una soluzione. Un’accelerazione è giunta su sollecitazione di Claudio Melchiori, delegato meranese di Forza Italia, che ha puntato i riflettori su una problematica spesso sottovalutata.

«Ci stiamo impegnando per sottoporre alla giunta una proposta» conferma Zaccaria. «Coinvolgerò anche il collega assessore Stefan Frötscher che ha competenza sul sociale». Bisogna individuare la strada corretta da seguire, anche sul piano normativo. «Un dato di partenza è che non è consentito assegnare a questa categoria i nostri alloggi sociali. Una via potrebbe essere quella di scorporarne una quota e indirizzarla ai padri separati». Il Comune dispone di 220 appartamenti destinati al sociale. Ma c’è un altra possibilità sulla quale Zaccaria sta ragionando, decisamente più ambiziosa: «Potremmo utilizzare l’area dell’ex canile e dell’ex magazzino della Municipalizzata a rione Maria Assunta per creare una palazzina dedicata allo scopo. Individuando la giusta ricetta per effettuare un’operazione a costo zero per il Comune, si potrebbero coinvolgere i privati garantendo loro una contropartita». Altro fronte sul quale è necessario trovare la quadra riguarda le graduatorie per l’assegnazione ai singoli richiedenti: rimane da studiare quali parametri adottare e con quale peso, dalla situazione economica della famiglia al numero dei figli.

Proprio attorno ai minori coinvolti nelle dinamiche di coppie che vanno in frantumi sono al centro del ragionamento di Claudio Melchiori che rilancia il dibattito sul tema chiedendo al Comune di intervenire: «Non si conosce bene o viene ancora troppo poco valutato – sottolinea il rappresentante di Forza Italia - ma è un grave problema che tocca un crescente numero di famiglie anche in Alto Adige, in particolare dopo l’introduzione del “divorzio breve”. Secondo l’Istat nel 2015 le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l’89% di tutte le separazioni con affido. La quota di separazioni in cui la casa coniugale è assegnata alle mogli aumenta, dal 57,4% del 2005, al 60% del 2015 e arriva al 69% (ultimi dati) per le madri con almeno un figlio minorenne. Quasi il 70% dei padri deve lasciare la casa e cercare un appartamento in affitto (se riesce a trovarlo), adatto anche a poter ospitare dignitosamente uno o magari due bambini, quindi, anche se piccolo, ma almeno un bilocale. Inutile negarlo, i più penalizzati dalle separazioni coniugali sono quasi sempre gli uomini». Melchiori fa un esempio concreto di quanto spesso accade: «Se prendiamo una famiglia in cui marito e moglie lavorano entrambi, con 1.300 euro al mese lui e altrettanti lei, insieme riescono a pagare la rata mensile del mutuo di 600 euro per l’acquisto della casa coniugale. Quando si separano la rata solitamente viene divisa a metà, 300 euro a testa, ma l’appartamento rimane alla donna, cui va anche un assegno di circa 500 euro per il mantenimento dei figli (considerando solo un figlio). A questo punto, senza casa, con soli 500 euro al mese residui a malapena riesce ad affittare un monolocale, ma la spesa al supermercato e le bollette chi le paga? Ecco perché è giusto che le istituzioni, il Comune in questo caso, si occupino finalmente di lui. Per il bene dei figli che devono mantenere un rapporto stabile anche con il padre, che quando soggiornano da lui non possono sentirsi degli ospiti. Ovvio che ci sono dei casi in cui saranno le madri e non i padri a dover essere accolte. Quello che è importante capire è che bisogna creare nuove condizioni non tanto a favore dei padri o delle madri, ma dei figli. Se troppo spesso si è favorita la madre, aiutare il padre serve invece a tutelare i minori. È vero che nella società secolarizzata abbiamo introdotto e difeso il divorzio come un diritto, ma lo è anche che nessuno ha stabilito il divorzio dei genitori dai propri figli. Ci si separa dal partner - chiosa Melchiori - ma mai dai figli».













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