Bar, stop alla stangata per i tavoli all’aperto 

L’economia nella pandemia. La commissaria Bruzzese blocca l’aumento della tassa  per l’occupazione del suolo pubblico (ex Cosap). I nuovi parametri l’avrebbero triplicata 



Merano. La tassa di occupazione del suolo pubblico torna ai livelli del 2019. Proprio in un momento di chiusura forzata di bar e ristoranti, mano tesa dall’amministrazione comunale. Il Canone unico per il commercio su aree pubbliche (Cup) che dal 1° gennaio sostituisce la vecchia Cosap ritorna infatti ai livelli del 2019, dopo un aumento deciso dalla precedente amministrazione che per via di un calcolo sbagliato aveva triplicato la tariffa, facendo sobbalzare baristi e ristoratori.

Da diverse settimane i rappresentanti delle associazioni meranesi di categoria stavano premendo per risolvere un problema che avrebbe potuto essere fatale per molti esercizi della città. Infatti, per una decisione presa nel 2019, a partire dall'anno scorso la tassa di occupazione del suolo pubblico era aumentata fino al 350%. Una balzello insostenibile, a maggior ragione in un momento nel quale gli affari stanno latitando.

Gli antefatti.

Per capire meglio, bisogna risalire alla delibera del dicembre 2019 in cui la giunta Rösch aveva aumentato le tariffe per l'occupazione del suolo pubblico per l'anno successivo. Ad esempio, se per il periodo dal 1 aprile 2019 fino al 31 ottobre dello stesso anno un esercente del centro aveva pagato circa 4300 euro di Cosap, per lo stesso periodo del 2020 la tariffa era schizzata a circa 14.000 euro. Per un noto ristorante del centro, si era addirittura passati dai 7000 euro del 2019 ai 27.000 del 2020. Il rischio, spiegavano diversi baristi, sarebbe stato quello di vedere volare il prezzo del caffè a due euro. Nel frattempo, era arrivata una pandemia che aveva congelato tutto.

In conseguenza alle serrate imposte nel 2020 per arginare la diffusione del virus, con un decreto di maggio il governo aveva deciso si esentare gli esercenti dal pagamento della Cosap. Per motivi apparentemente burocratici l'amministrazione aveva comunque spedito agli esercenti i relativi bollettini, specificando che questa era comunque stata sospesa per decreto governativo. Sempre in quel decreto era indicato che i Comuni avrebbero potuto richiedere compensazione alla Provincia per il mancato incasso. Ad oggi, i fondi provinciali messi a disposizione per la nostra città ammontano a soli 82.151 euro il che aveva fatto temere che con l'avvento del nuovo anno e la fine della moratoria sul versamento della ex Cosap prevista per il 31 marzo prossimo, quell'aumento fino al 350% sarebbe ritornato a perseguitare gli esercenti.

A dire il vero, preso atto dell'inaccettabilità di un aumento fuori da ogni logica, nella seduta del 23 luglio 2020 il consiglio comunale aveva invocato il ritorno alla tariffa Cosap applicata per l'anno 2019. Il commissariamento della città aveva congelato la questione, poi di recente sono arrivate le ultime cartelle di pagamento concernenti il periodo novembre 2020 - marzo 2021. Da non pagare, ma le cifre calcolate sulla base degli aumenti previsti nel 2019, ha allarmato gli esercenti e indotto le organizzazioni di categoria a chiedere un incontro urgente con la commissaria Anna Bruzzese. Incontro che si è svolto pochi giorni fa e al quale hanno partecipato Hgv con Ingrid Hofer e Helmuth Rainer, Unione con Joachim Ellmenreich, Confesercenti con Aris Deflorian, Daniela Zadra per l'Azienda di Soggiorno e Roberta Prantl del Bar Piccolo.

Il confronto con Anna Bruzzese.

«Incontro cordiale nel corso del quale abbiamo spiegato alla commissaria come l'aumento dell'ex Cosap deciso nel 2019, per una serie di complessi calcoli ed omissioni aveva prodotto un inaccettabile aumento delle tariffe fino al 350%», spiega Deflorian che aggiunge: «La commissaria ha deciso che per il 2021 si applicheranno all'incirca le tariffe adottate nel 2019, ovvero prima di quell'aumento. Il canone 2021 esatto non è ancora noto ma confidiamo che questo sarà in linea con le esigenze delle attività in questo periodo particolarmente colpite dal calo degli affari».

Con la riforma dell'ex Cosap diventata ora Cup il governo ha deciso che i comuni sopra i 30.000 abitanti possano applicare tariffe per l'occupazione del suolo pubblico non inferiori a quello che venne da loro incassato nel 2019. Questa decisione lascerebbe un certo margine di manovra alle amministrazioni comunali. Venendo incontro alle esigenze degli esercenti, la commissaria ha quindi deciso di riportare indietro le lancette all'incirca al 2019, salvo un leggero aumento delle tariffe ancora da quantificare.

Gli esercenti attendono ora di sapere se il governo prolungherà lo stato di emergenza pandemica oltre al termine per ora fissato al 31 marzo 2021. Da questa decisione dipenderà anche l’eventuale prolungamento dell’ex Coosap. J.M.













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