Cani, un’altra aggressione Ferito anche il proprietario 

A Maia Bassa. È un pitbull il responsabile dei morsi a un pastore australiano e al suo padrone «Troppi non si informano, credono di avere un “trofeo” da esibire. E l’amministrazione dov’è?»



Merano. Si allunga la lista degli episodi di aggressione da parte di cani ai danni di altri esemplari e dei loro padroni. stavolta le vittime sono un pastore australiano e l’uomo che lo aveva portato con sé in via dei prati per la passeggiata delle 5.30 del mattino: le ferite al cane sono piuttosto importanti, quelle inferte al padrone sono circoscritte a una mano. ma il danno morale, la paura provata quando il pitbull si è scagliato contro il suo cane, rimane.

«chiedetevi perché desiderate un cane, prima di adottarne uno, e istruitevi, educatelo, rispettate la natura, gli animali e le persone»: questo l’appello della moglie, che nell’occasione enumera anche le mancanze dell’amministrazione comunale nei confronti dei proprietari di cani, ormai sempre più numerosi.

L’aggressione.

Il sole non è ancora sorto quando un abitante di Maia Bassa esce col proprio cane, un bellissimo pastore australiano, per una passeggiata mattutina in via dei Prati. Incrocia una donna, al guinzaglio tiene un pitbull. Che vedendo il pastore australiano inizia a ringhiare.

L’uomo si arresta, cerca di tenere d’occhio la situazione. Ma come la padrona del pitbull fa per buttare un sacchetto in una campana dell’immondizia, la presa sul guinzaglio si fa più lenta. Il pitbull si lancia contro il pastore australiano, lo azzanna alla nuca: la sua padrona cerca di richiamarlo disperata, l’uomo cerca di separare i due cani. Finisce a terra, si scortica le ginocchia, il pitbull addenta pure la sua mano procurandogli ferite da Pronto soccorso. Il padrone non demorde, riesce a stringerli il collo. Il pitbull, finalmente, molla la presa.

L’appello alla comunità.

«La signora era costernata per quel che il suo pitbull aveva fatto. Non è assicurato, e lei stessa ci ha detto che a volte fatica a trattenerlo» spiega la padrona del pastore australiano, moglie dell’uomo ferito. Il suo cane è assicurato anche se non appartiene a una delle razze che dovrebbero esserlo per legge, ma soprattutto è stato educato attraverso gli appositi corsi a rispettare gli ordini dei suoi padroni, a riconoscerli come guide. «Ho notato che quasi ogni famiglia meranese ha un cane – riprende la donna –. A volte è quasi uno status symbol o un trofeo, ma se davvero si amano questi animali ci si dovrebbe informare prima e dopo averli comprati o adottati. Avere un cane fa bene alla psiche, al corpo e ai rapporti in famiglia. Ma chiedetevi perché ne volete uno, e poi dategli un’educazione. Senza trasmettergli ansie e paure. Ci vogliono sensibilità, coscienza, amore per la natura».

Un’amministrazione assente.

Alla crescente diffusione della popolazione canina non sembra che l’amministrazione dia risposte adeguate, a cominciare dai costanti imbrattamenti di strade, marciapiedi e piccole aree verdi. «A Maia Bassa ci saranno forse due, tre cestini, e nella zona produttiva di via Zuegg nemmeno uno. Mi capita perfino di raccoglierle, io, le deiezioni lasciate da altri, per senso civico. Per non parlare delle aree cani: sono pochissime, e in quella della stazione diversi animali si sono feriti con chiodi e vetri rotti. Deve esserci l’erba, non quelle schegge legnose. E poi i vigili urbani fanno le multe ai ciclisti sulle passeggiate, trascurando le auto parcheggiate sui marciapiedi o i cani da combattimento liberi o con guinzagli allungabili. Nemmeno una multa. Se invece si iniziasse a toccare i padroni nel portafogli questi episodi sarebbero una rarità. Merano non è solo i suoi giardini, è anche la quotidianità dei suoi residenti, ai quali si presta sempre meno attenzione». S.M.













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