Merano

Chiude «Villa Burgund», gli anziani devono traslocare

Il caso in via Manzoni: la decisione determinata dalla grave situazione economica della cooperativa Haus Sonnenschein che gestisce la struttura. Riunione di emergenza con Comune e Provincia: «Assistenza garantita per un paio di settimane» 


Simone Facchini


MERANO. Chiude villa Burgund, e con essa l’esperienza di un quarto di secolo della cooperativa Haus Sonnenschein di assistenza “non convenzionale” agli anziani. Ragioni di sostenibilità finanziaria hanno portato alla drastica decisione. Nella struttura sono ospitate 29 persone: riunione di emergenza fra Comune, Provincia e responsabili della coop. Scartata la prima ipotesi di un trasloco immediato, gli ospiti rimarranno per un paio di settimane nella palazzina di via Manzoni. Nel frattempo saranno verificate le ipotesi di trasferimento in altre strutture e la disponibilità degli ospiti (o delle rispettive famiglie o amministratori di sostegno) ad accettare le proposte.

L’informazione della chiusura delle attività struttura ha provocato uno scossone all’interno del sistema di servizi sociali. Nella Pec è stata notificata una grave situazione economica sfociata nel blocco del conto corrente della cooperativa.

Per una trentina di ospiti - fra loro sono una ventina i meranesi - è necessario rimediare un nuovo letto, esigenza che mette sotto stress una rete già pressata dalla carenza di personale, acuita dalle sospensioni degli operatori non vaccinati. «Come amministrazione comunale ci siamo subito attivati per cercare di sopperire nell'immediato all'assistenza e al vitto degli ospiti della struttura di via Manzoni», spiegano in una nota l’assessore ai servizi sociali Stefan Frötscher e l’assessore al patrimonio Nerio Zaccaria.

In un primo summit si è cercato di individuare, anche con il coinvolgimento delle case di riposo e di cura che già operano sul territorio, «soluzioni rapide e idonee per poter offrire valide alternative alle persone anziane direttamente interessate dalla chiusura della struttura di via Manzoni».

Per 4 dei 29 ospiti una soluzione è stata già trovata nelle scorse ore, mentre nelle prossime ore un nuovo vertice tra le istituzioni potrebbe trovare una soluzione per i restanti anziani.

Sul precipitare degli eventi ha inciso «la bocciatura del piano di risanamento da parte dei soci della cooperativa» continua Frötscher. «Nelle prossime due settimane sarà garantito il servizio con fondi che, se non arriveranno dai soci, verranno coperti dalla mano pubblica». Il “congelamento” della situazione concede di prendere tempo, ma non troppo, «a fronte di diverse situazioni individuali degli ospiti difficili sul piano della salute psichica». Giovedì una nuova riunione, in occasione della quale sono attese le risposte sulle proposte di trasloco nelle case di cura e di riposo nel frattempo individuate.













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