Debito, -80% in 7 anni ma mani legate sull’avanzo 

Su ogni meranese nel 2011 gravavano 2000 euro, oggi ridotti a 400  Zaccaria: «Bilancio meno “ingessato”». Rimangono però bloccati 13 milioni 


di Simone Facchini


MERANO. Conto consuntivo 2017 al vaglio del consiglio comunale tra questa sera e domani. Il risultato d’amministrazione chiude in territorio positivo con poco più di 24 milioni in cassa che diventano 13.276.449, una volta tolti accantonamenti (per esempio il fondo per i contenziosi) e quote per gli investimenti. «Purtroppo però rimangono bloccati», spiega l’assessore al bilancio Nerio Zaccaria.

Per quale motivo?

«Dipende da disposizioni statali che vietano l'utilizzo degli avanzi di amministrazione per gli investimenti. Impongono invece l'abbattimento dei debiti mantenendo come priorità anche l'equilibrio di bilancio».

Ma Merano su questo fronte negli ultimi anni non ha svolto bene il suo compito?

«Dire proprio di sì. Nei soli ultimi due anni abbiamo rimborsato prestiti per 44 milioni, negli ultimi sette il taglio è stato di 64 milioni. Nel 2011 ogni meranese era indebitato per 2.000 euro, oggi siamo sotto i 400».

A quanto ammonta ancora il residuo mutui?

«Poco più di 16 milioni».

Perché non utilizzare i 13 milioni per abbatterli ?

«Si tratta sostanzialmente di mutui a tasso zero, sarebbe antieconomico. E poi quei soldi vorremmo utilizzarli per gli investimenti. Fronte sul quale abbiamo impresso un’accelerata: sono oltre 80 i progetti inseriti nel Dup, il documento unico di programmazione, per un valore complessivo di circa 100 milioni nel prossimo triennio».

Cosa significa per le casse comunali e per i meranesi avere ridotto il debito?

«La possibilità di avere un bilancio con meno costi fissi, meno “ingessato”, ci consente di programmare meglio l'attività amministrativa senza dipendere, come succedeva negli anni passati, da contributi esterni. Spesso gli utili di Azienda energetica erano indispensabili per chiudere il cerchio. Oggi abbiamo maggiore autonomia».

L’opposizione ha criticato il mancato azzeramento dell’addizionale sull'Irpef applicata dal Comune di Merano, pur essendo relativamente bassa (0,10%). I tempi sono maturi?

«È un tema che seguo da anni. Spero che questa volta sia quella giusta e sono fiducioso di poter centrare l'obiettivo. Dopo l'estate avremo più indicazioni utili».

Circa il 40 per cento delle spese – il totale è di 109 milioni - rientra fra quelle correnti. Qual è il trend?

«Tra 2016 e 2017 le spese correnti sono rimaste invariate intorno ai 46 milioni, anzi abbiamo registrato una leggera diminuzione, dello 0,19%”.

Lei è anche assessore al personale. Quanti sono i dipendenti comunali?

«Nel 2017 erano 397. Una dozzina in meno rispetto al 2015. La popolazione nello stesso biennio è cresciuta di oltre un migliaio di persone. Oggi siamo circa 40.500. Il rapporto residenti/dipendenti nel 2013 era di un comunale ogni 93 meranesi, oggi di uno ogni 102».

Come sintetizza il consuntivo 2017 che presenterà in aula? Quali le luci e quali le ombre?

«Credo che la programmazione adottata nel corso dell'ultimo triennio ci consenta di gestire tutto il nostro apparato con maggiore tranquillità. Il confronto con la Provincia tuttavia dovrà essere puntuale ricordandoci che siamo la seconda città dell'Alto Adige. Merano è stato in questi anni un Comune attento e virtuoso nella gestione. Dispiace non poter utilizzare per gli scopi previsti l'avanzo di amministrazione (alla pari degli altri Comuni e della stessa Provincia) utile a proseguire nei tempi prefissati una serie di opere già avviate. In tal senso auspico, laddove possibile, un intervento provinciale che consenta di trovare una soluzione veloce a questa situazione.













Altre notizie

Attualità