Espropri per la ciclabile fra Maia Bassa e Sinigo 

La Provincia ha avviato l’iter per ottenere da Rfi i terreni lungo l’Adige È l’ultimo tratto per completare la Malles-Bolzano. Lavori per un milione


di Simone Facchini


MERANO. Dopo lunga attesa, la Provincia muove passi concreti verso la realizzazione della pista ciclabile fra il ponte di Marlengo e Sinigo, sul lato orografico sinistro dell’Adige. Lo fa con un decreto che avvia l’iter per espropriare i terreni necessari. Si tratta di una striscia lunga circa tre chilometri che permetterà, a giochi fatti, di completare il collegamento per biciclette fra Malles e Bolzano che corre per quasi tutto il suo percorso lungo l’Adige. Da tempo, infatti, il tratto in questione rappresentava un “buco” dell’asse ciclabile che conta circa mezzo milioni di passaggi l’anno. Una risorsa importante, anche in chiave turistica. Al momento, infatti, scendendo da Lagundo e scavalcato il Passirio sul ponticello Postgranz, la pista subisce uno “scarto” e, costeggiando i confini dell’ippodromo, bisogna poi utilizzare via Palade e attraverso via Cadorna passare da rione San Vigilio per collegarsi a via Roma e riguadagnare la sponda del fiume a Sinigo. Con il progetto della comunità comprensoriale del Burgraviato, competente per la costruzione e la manutenzione della rete di piste ciclabili sovracomunali, la deviazione non sarà più necessaria. Dopo il passaggio del ponte Postgranz non si transiterà nemmeno più lungo l’ippodromo ma ci si collegherà direttamente con il nuovo tracciato che lambirà la stazione ferroviaria di Maia Bassa.

Per i lavori di costruzione della pista ciclabile, che sarà larga 3,5 metri (salvo alcuni segmenti più stretti), la previsione di spesa determinata dalla ripartizione amministrazione del patrimonio della Provincia è di un milione di euro. Oltre la metà servirà a realizzare i muri di sponda in massi ciclopici e quelli in calcestruzzo armato, oltre che per la creazione dello strato portante della strada che sarà realizzata alla quota delle rotaie. Circa 240 mila euro è il costo per le delimitazioni: una recinzione metallica per separare la ferrovia e una staccionata in legno lungo il lato del fiume. Altri 100 mila sono destinati alle operazioni propedeutiche, a partire dagli scavi di sbancamento e dal rimodellamento del materiale di risulta. Lavori di ingegneria naturalistica, progettazione e impianto del cantiere portano la spesa totale prevista a un milione.

Rimane comunque incertezza sui tempi. Bisogna intanto attendere di ottenere i terreni da Rfi. Intanto il Burgraviato, al quale preme completare il progetto, sta già lavorando con i Bacini montani per farsi trovare pronto nel momento in cui, messa a disposizione la superficie, sarà finanziata l’opera.

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