Eurac e politecnico di Torino per studiare l’area militare 

La città che cambia. Incarico per immaginare il futuro delle aree delle caserme dismesse Sempre a Maia Bassa, si è deciso come utilizzare 3 milioni per l’ippodromo: anche un ristorante


Simone Facchini


Merano. Se è vero che per la città la Sfida urbanistica del futuro, quella con la “S” maiuscola, è la conversione dell’area delle caserme dismesse, lo è altrettanto che a oggi i progetti, ma anche le loro premesse, sono immersi nella nebbia. Tante idee sparse e generiche che sono andate annacquandosi a mano a mano che la data ipotetica di consegna si posticipava, fino a quando s’è persa traccia di una scadenza realistica. Nero su bianco rimane l’accordo fra Demanio e Provincia che porterà in dotazione della seconda la disponibilità di 30 ettari di superfici (quella delle caserme Rossi e Battisti) che potranno cambiare il volto di Merano, o almeno di una sua larga parte. Con il Comune che sarà chiamato a un ruolo decisivo nell’architettare il futuro. Già, ma come? «Di acqua del Passirio ne passerà ancora molta sotto i ponti prima che la conversione dell’area militare abbia inizio», ha ammesso il sindaco Paul Rösch. «Però come Comune sentiamo l’esigenza di avvicinarci al momento con qualcosa di abbozzato in mano». Senza sapere quale legislatura dovrà prendere le decisioni, intanto così si giustifica la voce da 60 mila euro apparsa nell’ottava variazione di bilancio di recente approvata dal consiglio comunale per predisporre uno studio sul domani dell’area. È stato affidato all’Eurac che avrà il compito di coordinare le operazioni e di predisporre tutta la piattaforma documentale necessaria alla ricerca. L’Eurac coinvolgerà studenti di varia nazionalità che si stanno formando al politecnico di Torino. Altre collaborazioni saranno avviate con Audis, l’associazione Aree urbane dismesse, organizzazione indipendente pubblico-privata che offre supporto agli operatori pubblici e privati impegnati in processi di rigenerazione urbana. Ma anche con l’Isocarp Institute, considerato «centro di eccellenza nella promozione degli ambienti urbani». Saranno esaminati casi analoghi in altri contesti europei.

Ippodromo.

Nella stessa manovra, il Comune ha inserito interventi al “vicino di casa” delle caserme, l’ippodromo. Si tratta di indirizzare i 3 milioni sbloccati da Roma sulla base di vecchi accordi. In due anni saranno finanziati lavori per un nuovo ristorante nella zona tondino, per il risanamento della pista di allenamento in materiale “all-weather”, per l’illuminazione nella parte retrostante la tribuna maggiore (dopo altri già effettuati sulla struttura stessa) e per l’adeguamento degli impianti elettrici a Borgo Andreina. In parte, dunque, misure a favore dell’utilizzo ippico e altre per il pubblico e orientate a un uso polifunzionale dell’impianto. Del quale si è parlato ieri anche in consiglio provinciale dove Sandro Repetto (Pd-Liste civiche) ha chiesto con una mozione che la struttura sia posta sotto tutela della Sovrintendenza delle Belle Arti, che siano stanziati finanziamenti per il restauro e la salvaguardia e che sia previsto un progetto di rilancio del settore ippico, sottolineando la sua importanza dal punto di vista economico e turistico. Sullo sfondo rimane la trattativa con cui la Provincia entrerebbe in possesso di una quota dell’area e dell’ippodromo finanziando investimento per il rilancio.













Altre notizie

Attualità