Ex Solland, FdI: «La Svp esulta, Sinigo piange»

Merano. Irritazione da parte di Fratelli d’Italia per le manifestazioni di giubilo da parte di Svp e albergatori, dopo che è stato annunciato l’imminente termine dei lavori di svuotamento dell’impiant...



Merano. Irritazione da parte di Fratelli d’Italia per le manifestazioni di giubilo da parte di Svp e albergatori, dopo che è stato annunciato l’imminente termine dei lavori di svuotamento dell’impianto della ex Solland. «Non avevamo dubbi in merito al fatto che dietro questo vergognoso scempio del tessuto industriale del nostro paese ci fosse la longa manus politico-lobbystica che oggi si palesa con un ghigno dipinto in volto. Vogliamo ricordare l’importanza di questo asset strategico per la nostra economia, la sicurezza con cui operava, il know-how di altissimo livello che è andato perduto e non ultimo il legame che aveva col tessuto sociale della città», scrive Paola Zampieri.

È dura la presa di posizione di Fratelli d’Italia che però non si limita a dissociarsi da chi ora sembra esultare per la fine di una fabbrica storica per Sinigo, ma ripropone la questione della sicurezza della fabbrica e della sua “italianità”. «Ci teniamo a sottolineare che come al solito a rimetterci sono stati i cittadini. Infatti, il pericolosissimo tetraclorosilano era tenuto sotto stretto controllo».

Se per anni si è parlato della ex Solland come potenziale bomba chimica per la città, l’attenzione di FdI si sposta su un altro annoso problema per la popolazione di Sinigo, la salubrità dell’area messa in pericolo dalla presenza di altre aziende. «Se le presunte paure sulla pericolosità dell’impianto da parte di chi oggi esulta fossero vere, la stessa veemenza ce la saremmo aspettata contro i pesticidi agricoli; contro esalazioni chimico/acide che ammorbano da anni la zona da parte di una piccola azienda locale i cui dati non sono stati forniti ai delegati dei cittadini che ne hanno fatto richiesta; contro una centrale a biomassa che a breve peggiorerà – come rilevato dai loro stessi studi – la qualità dell’aria nella zona; contro altre realtà chimico-industriali ancora più vicine al centro della città del Passirio».

Infine, a fronte di aste andate deserte e disinteresse del mondo industriale verso l’acquisto degli impianti dell’ex Solland, il partito guidato dal consigliere provinciale Alessandro Urzì solleva un dubbio e pone alcune domande sul motivo per il quale la fabbrica di Sinigo abbia finito per cessare le proprie attività. «L’ex Solland forniva la rete del teleriscaldamento per una larga fetta della nostra città utilizzando l’acqua di raffreddamento degli impianti praticamente gratis e senza emissioni di alcun tipo. Ora lo stesso servizio lo offrirà come detto la centrale sopraccitata con costi economico-ambientali non altrettanto positivi. Chi la sta costruendo? Chi avrà, come previsto dal bando provinciale di assegnazione, la possibilità di rendere tale area una discarica o la sede di un inceneritore a ridosso di un’area residenziale ad alta densità abitativa?», si legge ancora nella nota, che si conclude con una considerazione. «Sono decenni che Sinigo viene utilizzata per riversarci tutto ciò che alla Merano bene fa comodo: dal depuratore alla Rem-Tec, dalle case formicaio alle centrali termiche, mentre quando c’è da intervenire la politica si gira dall’altra parte. Basta ricordare che la Giunta provinciale ha espresso recentemente parere negativo in merito alla concessione di ristori ai cittadini di Sinigo colpiti dall’innalzamento della falda acquifera». J.M.

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