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Figli con disabilità, le famiglie: strutture per il «dopo di noi» 

Destinati al sociale gli ultimi due piani dell’edificio San Nicolò una volta ristrutturato, ma non basta. «Servono spazi con assistenza h24. Alla politica chiediamo di ricordarsene nel progettare il futuro dell’ex Böhler»


Simone Facchini


MERANO. Nell’edificio che sorge all'incrocio fra via Verdi e via San Francesco e di proprietà della Fondazione San Nicolò, da anni in disuso, gli ultimi due piani saranno riservati a progetti sociali. Dovrebbero essere gestiti dalla comunità comprensoriale del Burgraviato, e dedicati alle famiglie con figli con disabilità. «È un’ottima notizia. Ma tanti altri genitori sempre più avanti con gli anni devono affrontare la questione del “dopo di noi”. E chiediamo che, dal Comune al Burgraviato e alla Provincia, le istituzioni si attivino per mettere a disposizione nuove strutture e servizi».

L’appello è di una portavoce di un gruppo di famiglie, che punta il focus sull’ex ospedale Böhler di Maia Alta: «Leggiamo di trattative per permute che riguardano anche quote della areale dell’ippodromo e altre ipotesi. E nel frattempo rammentiamo una delibera della Provincia, risalente al 2005, in cui viene deciso che una parte del Böhler sia concesso in uso ai distretti sociali. Nelle vicinanze c’è il centro Pastor Angelicus, che già dà assistenza alle persone con disabilità».

Al Pastor Angelicus di via Dante – gestito dal Burgraviato - fanno riferimento tante famiglie. Una sua parte è dedicata al convitto, di fatto una residenza, un’altra al centro diurno e ai laboratori di utenti che lo frequentano durante il giorno e la sera tornano nelle abitazioni delle famiglie. Le capacità della struttura sono al limite. Anche per la carenza di personale, riconducibile fra l’altro a pensionamenti e sospensioni dei sanitari non vaccinati. «Più genitori chiedono alla politica di prevedere soluzioni per i nostri figli non autosufficienti», continua la portavoce. «Parliamo di persone che non sono in grado di condurre una vita autonoma, e che abbisognano di un’assistenza h24». Di un convitto. «Speriamo che almeno parzialmente si preveda questa soluzione già al San Nicolò».

«Abbiamo avuto confronti con i rappresentanti di queste famiglie» spiega l’assessore al sociale Stefan Frötscher «e comprendiamo appieno le loro profonde preoccupazioni. Allo stesso tempo siamo consapevoli dei limiti con cui si confronta il Pastor Angelicus». Posto che vada in porto l’acquisizione, «nel futuro del Böhler (probabile che si debba realizzare una nuova costruzione, ndr), sono riposte tante aspirazioni: aule per le scuole, palestra, parcheggi, spazi commerciali, e appunto locali per i servizi sociali. La vicinanza del Pastor Angelicus sarebbe un valore aggiunto per alloggi riservati a persone con disabilità».

«Ci rivolgiamo alla politica a prescindere dal colore e dai partiti – chiosa la portavoce delle famiglie – per affrontare le problematiche e le preoccupazioni di chi vive con un figlio disabile, che ha bisogno di assistenza, e se si ha una certa età questi problemi e apprensioni si acuiscono. Della futura destinazione dell’ex Böhler si parla da tantissimo tempo, ora forse le trattative si sbloccheranno: chiediamo che almeno una parte dell’areale sia dedicato al sociale, e in particolare al “dopo di noi”».













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