La storia

Giovane mamma e single: «Nessuno mi dà una casa» 

In un mercato immobiliare dai prezzi folli, ha sussidi garantiti e un datore di lavoro pronto a fornire garanzie. «Ma quando dico che ho una figlia e sono sola, chiudono il discorso»


Jimmy Milanese


MERANO. Quanto è difficile per una giovane donna oggi essere madre e allo stesso tempo continuare ad essere donna?

La vicenda di una ragazza del Meranese, madre di una bimba di appena tre mesi è significativa. Lei ha 28 anni e da tre mesi è mamma di una bambina. Nonostante ciò - spiega la giovane madre - passati i tre mesi dalla nascita la sua maternità tecnicamente è finita. E si scontra con uno scoglio che pare insormontabile. Perché con il folle mercato degli affitti in città, la donna non riesce a trovare nemmeno un appartamento per lei e per la sua piccola, nonostante il fatto che il suo datore di lavoro sia disposto a garantire per lei e, forse ancora più importante, la condizione di ragazza madre – afferma - le consenta di poter mettere sul piatto un contributo affitto comunale di 700 euro al mese.

La sua vicenda ha una genesi che fa ancora più riflettere e spiega bene quanto sia oggi difficile per una donna mettere al mondo un figlio, se attorno a lei non ci sono tutta una serie di condizioni.

È lei stessa a raccontarlo. «Avevo trovato casa a dicembre dell'anno scorso, quando ero al terzo mese di gravidanza e lavoravo. Sarei entrata nel nuovo appartamento il primo di aprile e nel frattempo, per coprire quei mesi da dicembre e appunto aprile, sono stata ospitata in un B&B a Merano in un periodo privo di turismo. Ad ogni modo, quella sistemazione mi costava 900 euro al mese, ma comunque lavoravo e aspettavo una figlia da un padre che poi non lo avrebbe riconosciuto», spiega la giovane.

A questo punto, un imprevisto a poche settimane dalla nascita della bambina. «Il 29 di marzo mi viene disdetto il contratto perché i proprietari avevano deciso di non affittarmi più l'appartamento per motivi che non mi sono mai stati spiegati. Un disastro, nella mia situazione, visto che con il primo di aprile entravo nel nono mese di gravidanza. Non potendo rimanere in quel B&B già affittato e pagato, mi sono rivolta al distretto sociale di Merano», spiega la giovane madre. Una scelta sostanzialmente obbligata, anche se alla fine è il suo datore di lavoro a trovarle una stanza a Merano, in via provvisoria.

Quindi, il ritorno al distretto sociale per chiedere nuovamente aiuto. «Ho raccontato la mia situazione ma era un continuo rimbalzarmi da una parte all'altra. Ho avuto ascolto solo dalla assessora Emanuela Albieri. In altre stanze del Comune, invece, avevano detto che mi avrebbero richiamato: mai ricevuto risposta, se non che non mi sarebbe spettato un appartamento per ragazze madri, poiché non mi trovo in una situazione di violenza».

Il 24 aprile - che si sarebbe rivelato il giorno prima di entrare in ospedale per dare alla luce la sua piccola - ennesima doccia fredda. «La persona che mi ospitava mi dice che avrei dovuto andarmene via in poche ore». A quel punto arriva, provvidenziale, l'aiuto inaspettato da parte di una signora residente a Lana la quale, venuta a conoscenza della storia, decide di ospitarla nella sua casa. «Mentre ero all'ospedale, questa signora è andata nell’alloggio dove stavo e ha provveduto a portare da lei tutte le mie cose. Ancora oggi, ma con la mia bimba, mi trovo da lei. Oggi mia figlia ha tre mesi, non posso stare sulle spalle di questa persona generosa e per questo chiedo aiuto a qualcuno che a Merano possa affittarmi un mini appartamento».

La giovane per avere un reddito dovrebbe tornare a lavorare, con il problema di dove lasciare la bambina, oppure mettersi in disoccupazione, anche se rimane aperta la questione della casa che a quanto pare non si trova.

«Il comprensorio dice che sul lato economico possono contribuire, ma avendo una bambina piccola ed essendo sola nessun privato sembra disposto a darmi una casa. Detto questo, da una parte, il mio datore di lavoro è anche disposto a fare da garante per me, mentre dall'altra i servizi sociali mi hanno garantito un contributo affitto di 700 euro mensili. Il punto è che non si riesce nemmeno ad arrivare a spiegare la mia situazione, appena dico che ho una bambina piccola e che sono sola, buttano giù il telefono. E io non so come fare a trovare casa».













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