La protesta

«Il bancomat obbligatorio ci fa lavorare in perdita» 

Da qualche giorno gli edicolanti sono costretti ad accettare i pagamenti con il Pos. Anche a Merano si sollevano le lamentele: «Su molti prodotti siamo in forte difficoltà»



MERANO. Sul piede di guerra ancora non sono scesi ma poco ci manca. Colpa delle novità introdotte dal Governo negli ultimi giorni. Dal 30 giugno, infatti, carta di credito, prepagata, bancomat e simili forme di pagamento devono essere accettate senza eccezioni negli esercizi commerciali, professionali e artigianali. Insomma, nessuno potrà più dire di essere sprovvisto di una di quelle forme di pagamento, né si potranno millantare guasti alla rete o agli strumenti.

Dal 30 giugno, infatti, il pagamento con il Pos è obbligatorio in caso di richiesta da parte del cliente. Chi dovesse rifiutare, come capitava neanche tanto raramente finora, dovrà pagare una sanzione pari a 30 euro oltre al 4% del valore della transazione per la quale sia stato rifiutato il pagamento elettronico. Una svolta insomma, per disincentivare il più possibile i pagamenti in contanti e quindi eventuale sommerso.

Ma il nuovo corso non soddisfa tutti, in particolare alcune categorie, come quella dei tabaccai. «Per noi – spiega Joachim Ellmenreich, titolare del tabacchino Pfitscher di via Portici nonché fiduciario meranese dell’Unione commercio turismo– la situazione cambia per le vendite relative alla tabaccheria: riguardo ai monopoli e agli altri servizi dello Stato gli agi infatti sono molto bassi e questo ci mette in difficoltà. Per fare un esempio, i costi del servizio per la ricarica telefonica è tale che ci rimettiamo».

Nel commercio chi non offre la possibilità di pagare con carta o bancomat? «Lo trovo giusto, anche al bar, anche un semplice caffè si deve poter pagare con la carta. Il problema continuano a essere le commissioni, sono troppo alte e se davvero si vuole combattere il “nero”, il “sommerso”, bisogna lavorare su questo. All’estero l’utilizzo delle carte è di gran lunga maggiore perché le spese sono quasi nulle».

Ellmenreich confida in un intervento del governo che ha assicurato di voler darsi da fare, Segnali importanti arrivano da Roma. «Intanto proseguo nel mio lavoro - continua - pur sapendo delle perdite che devo subire in particolare per quanto riguarda le ricariche del telefono. È una situazione assurda, ma purtroppo siamo costretti a sopportarla».

In Trentino, a due passi da qui, la protesta ha già cominciato a montare, con il presidente dei tabaccai trentini Gabriele Sannicolò che senza mezzi termini ha definito la novità una nuova batosta, «una ulteriore spesa che va ad aggiungersi ai costi già molto alti che i tabbaccai devono sostenere quotidianamente con ritorni sempre più bassi».

Va un po’ meglio, in tal senso, nei bar dove i costi non sono poi così alti e poi ci sono i turisti che, ovviamente, pagano spesso usando la carta di credito. Se poi le banche decidessero di ridurre i costi delle commissioni sarebbe ancora meglio. E.D.













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