Il saggista Fofi stasera a Merano
Presenterà il suo ultimo libro ««Il paese della sceneggiata»
MERANO. «Il mondo si divide in due parti. Una parte ipermaggioritaria controllata dal mercato, e una parte minoritaria che cerca di sfuggire alle logiche del consumismo, ma con queste deve dialogare». Questo, in sintesi, il pensiero di Goffredo Fofi. Saggista e critico tra i più autorevoli in Italia, Fofi è il terzo ospite della rassegna «Appuntamento a Merano», dopo le recenti visite presso la sala KiMM di Merano degli scrittori Paolo Giordano e Chiara Valentini. Sempre alle 21 di questa sera, il critico cinematografico perugino che iniziò la sua formazione sociale seguendo le orme del sociologo Danilo Dolci - che insegnava la non violenza e in Sicilia organizzava scioperi nei quali i dipendenti si dedicavano a lavori sociali - presenterà il suo ultimo volume: «Il paese della sceneggiata». Forma di spettacolo prediletta dal proletariato campano, «La sceneggiata...» è anche una specie di colonna sonora della vita di Fofi, sempre impegnato alla costruzione di una rete culturale alternativa al consumismo. Vastissimo il suo campo d'interessi. Caratteristica che rende le sue conferenze qualcosa di unico e sempre diverso, capace come è, l'autore, di spaziare da argomento in argomento, infarcendo la narrazione con riferimenti a una vita passata in nel ventre della società. «Chi non ha grandissime specializzazioni - quindi non i professori universitari o i giornalisti - fabbrica oggi nuove idee, perché per capire un grande romanzo, bisogna sapere un poco di tutto e porsi domande generali». È la storia dei perché decisivi, ad avere sempre interessato Fofi, con le questioni tolstojane del «Chi siamo?», «Da dove veniamo?» e «Dove andiamo?». Per questo, secondo lo scrittore, la cultura deve essere uno strumento di distruzione, eventualmente, anche di conflitto sociale. (j.m.)