MERANO. Si sta pensando ad altro, in questi giorni di afa. Ma nel frattempo dall’amministrazione comunale, impegnata su più fronti a ridurre l’inquinamento, rilancia un’azione che consente ai meranesi di risparmiare e allo stesso tempo di dare un contributo per l’ambiente. Il Comune infatti ripropone anche quest'anno, per cinquanta utenze, l'iniziativa termocheck, ovvero una verifica della funzionalità degli impianti di riscaldamento a gasolio, gas e biomassa. Il progetto è stato ideato per sensibilizzare la cittadinanza, ma anche la popolazione dei Comuni limitrofi, sulla necessità di risparmiare sui costi dell'energia e ridurre l'inquinamento atmosferico.

Attualmente sono in corso due iniziative di questo tipo in provincia: nei comuni di Appiano, Caldaro e Termeno, e a Merano. I costi sono stimati in 300 euro per ogni sistema di riscaldamento, ma il Comune ne assume due terzi, per l’esattezza 205 euro. Così i proprietari di un'abitazione privata - o l'amministrazione condominiale - paga solo i restanti 95 euro per una verifica approfondita del proprio impianto di riscaldamento: viene analizzato lo stato e l'efficienza del generatore di calore, ma anche del sistema di distribuzione e, aspetto non meno importante, della regolazione di impianto.

La nota inviata dal municipio raccomanda di iscriversi il prima possibile: perché è necessario organizzare le verifiche per i primi mesi della prossima stagione invernale e poi perché fino a settembre si terranno molte assemblee condominiali in occasione delle quali i proprietari potranno prendere la decisione di partecipare all'iniziativa. Inoltre il numero dei check sovvenzionati è limitato: vengono infatti cofinanziati solo 50 controlli. Per prenotazioni e informazioni rivolgersi all'Ufficio ambiente in municipio, stanza 61 al secondo piano (mail: marco.masin@ comune. merano.bz.it).

«Gli obiettivi di protezione del clima del Comune - così recita l’appello dell’amministrazione - possono essere raggiunti solo se anche il settore privato partecipa e riduce le emissioni di CO2 nel settore residenziale di un terzo tra il 2005 e il 2020».