In tre uccise dalla valanga

Senales. Il sabato di svago sulla neve si è trasformato in un incubo. La valanga è piombata sulla pista, sotto il ghiacciaio della Val Senales, travolgendo più sciatori. Il bilancio è drammatico: tre...


Simone Facchini


Senales. Il sabato di svago sulla neve si è trasformato in un incubo. La valanga è piombata sulla pista, sotto il ghiacciaio della Val Senales, travolgendo più sciatori. Il bilancio è drammatico: tre morti, una donne e due bambine, tutte di nazionalità germanica. Tra loro madre e figlia, accomunate dal tragico destino. La piccola era stata estratta ancora in vita dalla coltre ma è deceduta poche ore dopo nonostante i disperati tentativi di strapparla alla fine.

Altre due persone, padre e figlio pure loro tedeschi coinvolti dalla slavina, sono state ricoverate all’ospedale di Merano in stato di ipotermia: le loro condizioni non destano preoccupazione.

Grandi dimensioni.

Mezzogiorno era passato da una decina di minuti quando la massa nevosa - 150 metri di fronte, 500 di lunghezza - si è riversata a valle. La slavina si è staccata nel tratto tra la cosiddetta forcella dei contrabbandieri e il rifugio Teufelsegg abbattendosi sulla pista Teufelsegg che dal ghiacciaio a 3000 metri porta a fondovalle.

L’emergenza.

È bastato un attimo per realizzare la gravità dell’emergenza, tanto da far scattare il massimo delle forze disponibili per fronteggiare la situazione in una giornata già fonte di forte stress per la centrale del 118, chiamata a rispondere a ripetute richieste.

Difficile in un primo momento ipotizzare in quanti si potessero trovare sotto la neve. Si sono mobilitati gli uomini del soccorso alpino della Guardia di finanza, i vigili del fuoco dei diversi corpi della vallata, la Croce bianca, il soccorso alpino. Una settantina di persone si sono concentrate nella zona per prendere parte alle ricerche, in un’affannosa corsa contro il tempo. Intanto in volo si erano alzati quattro elicotteri: il Pelikan 2 e quelli in dotazione all’Aiut Alpin Dolomites e alla Guardia di finanza di Bolzano, oltre ai rinforzi giunti dal Tirolo con il velivolo di soccorso Christophorus 7.

I soccorsi.

Con sonde e cani da ricerca, sepolte dalla slavina sono state individuate cinque persone. Due di queste sono state estratte ancora in vita e hanno rimediato conseguenze contenute in seguito alle quali sono state accolte all’ospedale Tappeiner: si tratta di un ragazzino di undici anni e del padre provenienti da Eschweiler, cittadina non lontana da Aquisgrana

La valanga è stata invece fatale per una donna trentacinquenne e per due bambine di sette anni. Due di loro erano madre e figlia, originarie di Hauterode in Turingia. La terza vittima è di Eschweiler.

I soccorritori erano riusciti a disseppellire viva una delle due piccole, quella la cui madre era già deceduta sotto la valanga. Alle pratiche di rianimazione sul posto è seguito il volo della speranza verso il Santa Chiara di Trento. Una speranza che purtroppo si è spenta qualche ora dopo, rendendo vani i tentativi di salvare la giovane vita.

Il vento.

Dopo oltre quattro ore, accertato che nessun altro fosse rimasto intrappolato, l’operazione in quota è stata dichiarata conclusa. Lasciando sotto shock una vallata intera e lo strascico di interrogativi aperti sulla tragedia.

In quota, ieri, il vento soffiava forte. Secondo Giorgio Gajer, presidente provinciale del soccorso alpino Cnsas che riassunto le testimonianze, si parla di raffiche fino a 60 chilometri orari. Si è fatta strada l’ipotesi che gli accumuli creati dal vento possano essere l’origine della slavina, anche se ad accertare le cause saranno gli inquirenti.

Croci.

La disgrazia alimenta la mesta conta delle croci in montagna degli ultimi giorni. La vigilia di Natale nel comprensorio di Solda una slavina era stata letale per uno snowboarder germanico di 37 anni. Alla ribalta delle cronache nazionali, poi, la duplice tragedia di Santo Stefano che era stata costata la vita a tre alpinisti sul Gran Sasso.

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